Dev’essere il periodo delle coincidenze. Proprio un paio di giorni fa pensavo a Giorgio Gaber: l’avevo conosciuto, era un uomo intensamente schivo e gentile, molto attento e aperto ai giovani, alla loro energia e la loro innocenza, con uno sguardo acutissimo, capace di profezie. Pensavo al fatto che quello che ha detto si è realizzato, e pensavo che mi manca. I suoi spettacoli al Lirico sono stati probabilmente l’ultimo saggio di quel teatro civile che ha dato tanto a Milano e al paese. Pensavo a lui, dicevo, ed ecco: leggo che su iniziativa della ministra Maria Stella Gelmini, il signor G si studierà a scuola. Un concorso, “Giorgio Gaber, parole per pensare”: agli studenti saranno proposti 12 brani di Gaber, di cui rielaborare il contenuto attraverso varie forme espressive (testo, audio, grafica etc.). E poi studiosi ed artisti che terranno lezioni nelle scuole.

La ministra dice: “Sono convinta che il signor G. abbia tantissimo da insegnare a questi giovani. Portare l’arte di Giorgio Gaber nelle scuole ha la funzione di insegnare a pensare al di là degli schemi e delle ideologie. Gaber è l’esempio più illuminato di libero pensatore che ha saputo fornire una lettura, con chiave non scontata, sulla nostra società. È uno stimolo per le nuove generazioni. Gaber era allo stesso tempo libertà e rigore: anticonformista sì, ma non trasgressivo per forza”. Be’ è una bella cosa. Sono proprio contenta.