A quanto pare le donne sono state decisive per la vittoria di Barack Obama. E a quanto pare il tema dell’aborto è stato dirimente: il 39 per cento delle donne americane lo indicava come il tema numero uno, seguito (19 per cento) dal lavoro.

Lesson number one: imparare che insieme siamo una forza enorme, e non sottovalutare i temi biopolitici. La delibera di sapore pro-life che istituisce il camposanto “per i prodotti abortivi e per i prodotti del concepimento”, tenuta accuratamente chiusa in un cassetto, potrebbe costare cara al sindaco Renzi, candidato alle primarie del centrosinistra.

L’altra cosa che voglio dire è che serve un notevole coraggio al una donna per candidarsi in un posto ad alto tasso di responsabilità politica. C’è sempre il senso di uno strappo, di una forzatura contro un ambiente sfavorevole. L’altra sera, in una splendida e affollatissima serata milanese (centinaia di partecipanti, tra cui il sindaco Pisapia, la vicesindaca Maria Grazia Guida, Giulia Maria Crespi, Giorgio Galli, Francesca Zajzick, Carmen Leccardi, Bianca Beccalli, Lorella Zanardo, Marisa Guarneri, Adele Teodoro, Alessandra Kustermann e moltissime/i e altre/i) Laura Puppato, anche lei candidata alle primarie nazionali del centrosinistra, ha raccontato come il suo partito, il Pd, abbia perso nel 2010 una grande occasione non candidandola alla presidenza della Regione Veneto. Lei avrebbe vinto, mentre il candidato indicato ha perso, consegnando la vittoria alla Lega. Stavolta non ha aspettato nessuno, ha deciso e si è lanciata. Lo stesso ha fatto ieri Alessandra Kustermann: stanca di “aspettare Godot” ha rotto gli indugi, ufficializzando la sua candidatura alla presidenza della regione Lombardia, che, ha detto “è malata e va curata”.

Lesson numer two: anche se hai il partito dalla tua, anche se l’ostilità che ti circonda non è poi assoluta, devi essere tu a forzare i tempi ed entrare “a gamba tesa”. E quelle che lo fanno danno ampia dimostrazione di coraggio preliminare.

E poi c’è una lesson number three: il primo scoglio è poter nominare il tuo desiderio di assumere una responsabilità politica. Autorizzarlo, rompendo un tabù interiore fortissimo. Quasi sempre questo avviene nella relazione con un’altra donna che fa da specchio e “autorizza”, che svolge un ruolo maieutico e fa venire al mondo il desiderio, in un complesso legame che ristabilisce il filo spezzato della genealogia femminile.

Nel caso di Laura Puppato, l’ha raccontato lei stessa, l’altra è stata la mia collega Concita De Gregorio. Nel caso di Kustermann non so. Glielo chiederò. Ma sono quasi sicura che anche lei ne ha avuta una.