Difficile, in questo bailamme, capire che cosa abbiano effettivamente detto D&G -entrambi, o l’uno, o l’altro-, scatenando l’ira di Elton John.

Sto ai virgolettati che vedo: “Tu nasci e hai un padre e una madre”. “Non mi convincono quelli che io chiamo i figli della chimica, i bambini sintetici” qui a parlare è Domenico Dolce. “Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Procreare deve essere un atto d’amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni”.

E ancora, qui dovrebbe essere Stefano Gabbana: “Un figlio? Sì, lo farei subito. Ma sono gay, e non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere. È anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. Una di queste è la famiglia”.

Sono sicura che Elton John e il suo compagno -e Ricky Martin, e Miguel Bosè- amino immensamente i loro bambini. Ma che si nasca da un padre e da una madre (anche se in questi casi la madre è criptata) è un fatto indiscutibile. “Figli della chimica, bambini sintetici” suona un po’ duretto, ma la femminista Mary Daly ci andava anche più dura, parlando di “madri maschili” e di “tecnorapina delle uova”. Perché poi, romanticismi a parte, nel 99,9999 per cento dei casi le donne che cedono i loro ovociti e affittano i loro uteri lo fanno perché hanno bisogno di soldi.

Ma la frase che mi interessa maggiormente è questa: “Un figlio? Sì, lo farei subito. Ma sono gay, e non posso avere un figlio“. Bene, dico a Stefano Gabbana: la questione non è affatto l’essere gay o etero. La questione è l’essere uomini. Ci vuole sempre una donna, per mettere al mondo un figlio. Per una donna non è difficile reperire del seme maschile. Per un uomo trovare ovociti e uteri è decisamente più complicato, e comporta la mediazione di una scienza al servizio del mercato, e di leggi che regolino la materia. Non c’è simmetria.

Uno può mettere al mondo un figlio con una donna, in una relazione affettuosa, anche se è gay: il punto non è questo. Il punto è pretendere di far sparire la madre: perchè se a te non piacciono sessualmente le donne, questo non comporta che a tuo figlio non piaccia avere accanto sua madre, o quanto meno sapere chi diavolo sia.

La nostra legge non permette l’utero in affitto, nel rispetto della Costituzione che vieta atti dispositivi del corpo o di parti del corpo. Sì, la nostra bella Costituzione -lo segnalo a chi strilla di libertà priva di limiti, libertà obbligatoria– dice anche questo. E che lo sfruttatore sia gay o etero, verde, giallo o blu, non cambia nulla. Io difenderò usque ad sanguinis effusionem questo sacro principio. Come difenderò il diritto di tutti di esprimere liberamente le proprie opinioni, senza sentirsi obbligato in quanto omosessuale a intrupparsi nel mainstream gay, o viceversa.

Boykott the intolerance!

Aggiornamento sabato 21 marzo: qui un’intervista di Cnn a D&G. Sui social network li stanno linciando. Io non capisco che cosa stiano dicendo di sbagliato.