C’è di mezzo il fare.

Mi impressiona molto il dibattito permanente. Da un convegno si passa a una riunione, da una riunione a una discussione, da una discussione a un’iniziativa, da un’iniziativa a un convegno, e via, altro giro-altro regalo. E’ vero che quando c’è un paese da rifare, ti devi preparare bene, devi avere le idee chiare, un programma ben definito. E che di quel programma di dieci punti, se ne porti a casa tre o quattro è un trionfo. Ma è vero anche che questo cerchio magico di chiacchiere somiglia a un maleficio, e va in qualche modo spezzato. Organizzare un dibattito non può essere scambiato per il fare. Ci vuole altro. Qualcosa che si possa vedere, toccare, annusare, assaggiare. Qualcosa che vivi e sperimenti da subito, senza didascalie. Che non si nasconda dietro i buchi di bilancio.

Che cosa potrebbe essere? mi scervellavo nel dormiveglia, stamattina. Quale gesto potrebbe rompere il cerchio ossessivo, e farci vedere il mare? Io sento il suo profumo.

Mi aiutate?