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de magistris

Corpo-anima, esperienze Maggio 13, 2012

Napoli cambia. Ma non si fa cambiare

Torno a Napoli, dopo qualche mese. E niente spazzatura. L’ultima volta erano mucchi fumiganti, da via Chiaia ai sobborghi, fetido inferno senza soluzione di continuità. Che cos’abbia fatto il sindaco De Magistris non lo so, ma a meno che non siano giorni fortunati, la terapia -prudenzialmente lo dico a bassa voce- sembra funzionare.

Ma la meraviglia è il lungomare Caracciolo chiuso al traffico, da Santa Lucia fin quasi a Palazzo Donn’Anna. Dal purgatorio delle auto strombazzanti di colpo si arriva dritti in paradiso. Gente che passeggia, corre, pattina, va in bicicletta. Skate, carrozzelle, risciò. Gente che nuota nell’acqua pulita (qualità: Excellent), che sbocconcella una sfogliata, che s’abbronza sulla scogliera. Ragazze che caracollano sui tacchi, ridono, amoreggiano, Posillipo a destra e il Vesuvio a sinistra.

Un bel salto culturale, se penso a quell’amico che qualche anno fa, avendo scelto temeriariamente ed ecologicamente di muoversi in bicicletta, da un automobilista spazientito si sentì appellare “Ué, ricchiò!”.

Hanno chiuso al traffico per America’s Cup, e ora si dibatte sul futuro. I temi sono gli stessi di tutte le città che sperimentano le Ztl: i commercianti che si lamentano di non commerciare, gli automobilisti furiosi perché non possono automobileggiare, ma è tale la meraviglia di quella scogliera bianca fiancheggiata dai giardini, la quiete ottocentesca di quel lunghissimo viale inondato di sole e di brezza marina -pare Barcellona, anzi, molto di più- che mi auguro che si tenga duro.

Lì si vede bene come Napoli può cambiare, ma senza farsi cambiare, resistendo con la sua vitalità vulcanica a qualunque omologazione. I bambini non smettono di parlare la lingua. I santi sono sempre lì, dappertutto, una cappella votiva ogni cinquanta metri (a “faccia gialla” San Gennaro ora si affianca Padre Pio, che insidia il suo spazio), e nascono sempre nuovi santi, come il ragazzo morto malamente a cui gli amici dedicano un’edicola piena di fiori. Lo spirito sgorga e fumiga dappertutto, come le solfatare a Pozzuoli, cupole barocche incistate tra frettolose edificazioni anni Sessanta, e il canto perenne che si alza in cielo dai Quartieri. E’ l’ultima tappa. Di lì puoi salire, o scendere all’inferno.

Dopo il magnifico “Passione” di John Turturro, esce nelle sale proprio in queste ore “Napoli 24“. Ventiquattro brevi diretti da altrettanti registi, fra cui Paolo Sorrentino, che propone “la Principessa di Napoli” e dice: “Credo che Napoli si presti molto bene a rendere pregi e difetti degli italiani”.  Produzione di Angelo Curti (Teatri Uniti), Nicola Giuliano (Indigo) e Giorgio Maglulo (Skydancers) e Ananas in collaborazione con Rai Cinema, l’idea nasce “da una committenza politica” spiega Nicola Giuliano. “Ci hanno chiesto, tre anni fa, di realizzare un documentario che cercasse di risollevare la città, ma non ci siamo prestati. Non volevamo alterare una realtà sotto gli occhi del mondo, ma far vedere che, pur in ginocchio, ha talento da vendere”.

P.S. Una promessa fatta alle amiche napoletane, che mantengo. Mi appello al sindaco De Magistris perché onori l’impegno preso di una “Casa delle Donne a Napoli”. Il comune aveva annunciato l’assegnazione temporanea di alcuni locali dell’ex-asilo Filangieri. Ma la “Casa” è stata di fatto sfrattata “da un gruppo di uomini che rivendicano l’occupazione dell’intero stabile e contestano la legittimità della presenza delle donne”. Non avendo intenzione di ingaggiare una lotta contro altre associazioni, la Casa delle Donne chiede uno spazio effettivamente disponibile. Di questi tempi ce n’è molto bisogno.

 

 

AMARE GLI ALTRI, esperienze, Politica Giugno 27, 2011

Guerrilla civile a Napoli

A Napoli capita anche questo, ed è un segno della politica nuova

CLEANAP | Piazza Pulita| Guerrilla di civiltà
CLEANAP non è un’associazione, non è un organizzazione, nè altro… è un gruppo di liberi cittadini accomunati dall’amore per la nostra Napoli e dalla voglia di non stare più a guardare.
Ecco perchè, ispirati da altri cittadini che hanno ripulito piazza del Plebiscito, siamo scesi in piazza Bellini l’11 giugno per “FARE PIAZZA PULITA“!

Armati di scopa, paletta, detersivo, buste e, ovviamente, di buone intenzioni, abbiamo dato dignità ad un luogo stupendo, troppo spesso mortificato per la cattiva gestione…
Abbiamo voglia di farlo ancora, ma per riuscirci abbiamo bisogno anche di te!

Nostro intento è accendere un meccanismo a catena volto alla sensibilizzazione preventiva…perchè è più facile non sporcare che pulire!

L’evento, per parlare come facebook impone, si chiama CLEANAP, una crasi tra il verbo To Clean e NAP(oli). Se lo andate a pronunciare “CLEANAP”, diventa “CLEAN UP”, i cui svariati significati rimandano a: moralizzare – pulire – raccogliere – regolare – ripulire.
Il sottotitolo dell’evento è Piazza Pulita, che ha una valenza didascalica, ma anche metaforica.

Basta con l’ARMIAMMC E IAT! Scendiamo e diamo il nostro piccolo segnale!

e poi, qui di seguito, una conversazione su Napoli by Facebook tra me e Mercedes L.

Mercedes:      Napoli: a) mandolino, il golfo, il pino, torna a Surriento, il cuore dei napoletani. b) camorra,inciucio, il senso dello stato inteso come solo dovere per gli altri, una città la cui rabbia è sempre commista alla rassegnazione …che a comandare sono solo capaci “gli altri” e i camorristi.
Hanno avuto già nel 1975 Valenzi sindaco, sembrava la svolta, il PCI dalle mani pulite che imprimeva un nuovo volto alla pubblica amministrazioni e arrivammo a Bassolino… ora faranno fuori De Magistris(che spero abbia già la scorta…perchè non si sa mai!!)
Napoli non ha speranza, nessuna città ha la corruzione nelle vene così densa, poi ci sono realtà di grande coraggio… ma non intaccano la sostanza.Hai ragione è atroce l’accoglienza riservata a De Magistris.Io spero di avere torto nell mio pessimismo.

Marina:       Cara Mercedes, la tua analisi è impietosa ma anche realistica. Noi a volte ci facciamo il film: da una parte la camorra, e dall’altra Napoli imprigionata. Il fatto è che Napoli è anche la camorra, l’intreccio è mortale. Devo dirti che ho conosciuto persone molto attive nel csx napoletano, che tuttavia nei loro comportamenti personali e politici dal mio punto di vista erano seriamente censurabili: primato delle relazioni, familismo, fondi dell’Europa spesi in modo dissennato… Purtroppo è così. Tuttavia lo strazio per quei bambini con l’asma a causa dei roghi e con le palline di canfora in tasca per poter respirare è grande, un pensiero costante.

Mercedes:     Cara Marina, tra i bambini, tra quel 20 per cento in più che soffrono di patologie bronchiali acute ci sono tutti, anche i piccoli incolpevoli figli dei malavitosi.Ai camorristi in questo momento però il bene da difendere è il denaro a tal punto che, anche il vederli con le palline di canfora, lo considerano un prezzo da pagare.

Marina:        Sì, è la cosa che mi aveva molto colpito in Gomorra, questa onnipotenza e onnipresenza dei soldi. Vivevano alle Vele come animali, in canottiera e ciabatte di gomma, gonfi di cibo e di droghe, una specie di insignificanza della vita, di fronte alla mostruosa significanza del denaro.

 

Ho pensato ai discorsi che abbiamo fatto qui su Milano, sul dono e sul gratis, e alla mostruosità che nascono dal fare tutto solo per soldi, anche i propri figli con l’asma e la naftalina in tasca.