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Corpo-anima, economics, Politica Dicembre 2, 2011

Un supertavolo. Per respirare

 

Non per essere noiosi, ma a Milano come ogni inverno, peggio di ogni inverno, non respiriamo.

Non respiriamo, non respiriamo, non respiriamo!

Un’annata veramente terribile. Le mamme antismog sono scese in piazza. C’è stato un referendum che dava ampio mandato per iniziative anche dure e rigorose, ma attualmente di fatto non ci sono misure in atto. Il divieto di circolazione degli Euro 3 diesel (solo auto, non mezzi commerciali) è un fallimento, 38 multe in 3 giorni, praticamente impossibile individuare i trasgressori nella fiumana di auto.

In più il metrò ha un sacco di problemi e va a singhiozzo, non si capisce che cosa diavolo stia succedendo: cosa che incentiva a fare uso dell’auto perfino una come me, che l’auto la detesto e non la uso mai. Un vero disastro.

Di qui a Natale sarà un’escalation. A parte qualche spruzzata, non si prevede pioggia. All’impazzimento dello shopping natalizio dei milanesi si aggiungerà la calata in auto dall’hinterland e dalle altre province. Il freddo aumenterà, e con il freddo l’inquinamento da caldaie. Chi non ha una casa al mare o in montagna dove fare una scappata a ossigenarsi rischia davvero molto.

Ma di chiudere il centro, misura certamente insufficiente ma chiara, netta ed educativa in attesa di inventarsi qualcos’altro, il sindaco non se l’è sentita.

Mi pare di aver capito che le ragioni vere sono due: il timore che i mezzi pubblici non reggano una super-utenza; e quello di scontentare i commercianti, i quali si scontentano molto facilmente: Ne ho conferma stamattina, leggendo che i commercianti di corso Buenos Aires rivendicano il diritto di tenere spalancate le porte dei negozi, con i riscaldamenti a mille “perché è ampiamente dimostrato che la chiusura delle porte è considerata dagli esperti di marketing una barriera psicologica negativa per l’acquisto”. Vi giuro che hanno detto così.

Sarà anche vero che Milano è storicamente una città-mercato, e che quella del commercio è una categoria molto importante. Sta di fatto che nelle scelte pubbliche gli interessi di quella categoria sono sempre tenuti in gran conto. Che la lobby è potente, e la minaccia di perdere il suo sostegno elettorale sempre molto efficace. Ma sono decenni che questa lobby detta legge in materia di misure ambientali. Altrettanto vero che stavolta in molti speravamo in una giunta meno ricattabile.

Siamo tutti più poveri, e anche i commercianti devono rassegnarsi a esserlo. L’aria è il problema numero uno in questa città, ed è il primissimo a dover essere risolto. I commercianti se ne faranno una ragione.

Per Expo, delega sottratta a Stefano Boeri, è stato istituito un tavolo interassessorile. Forse per il diritto al respiro si dovrebbe pensare a un supertavolo, che si avvalga anche di consulenti  sanitari. Tutta la giunta dovrebbe essere stramobilitata su questa emergenza. 

Forse l’opinione in materia dell’assessore al Commercio Franco D’Alfonso dovrebbe essere tenuta in minore conto. Molto minore.

economics, Politica Agosto 16, 2011

OPERA AL NERO

Ieri sera ho comprato un tavolino al mercatino dell’antiquariato di Sarzana. I venditori, una coppia giovane e simpatica. Niente carta di credito, niente Bancomat, niente assegni: “Se ha i contanti mi fa un favore“. Non è una gran cifra, i contanti li ho. Mi impacchettano il tavolino, lo metto in macchina. E mentre rientriamo a casa, mi rendo conto che di quella compravendita non resterà alcuna traccia. Nessuno scontrino, nessuna ricevuta, niente di niente. Siamo talmente abituati al nero che non ci facciamo più caso. La simpatica coppia denuncerà al fisco un reddito minimo, pagando tasse minimissime. Simpatici evasori, per nulla intimiditi dalla manovra macellaia che semplicemente non li riguarda.

Mi arrabbio con me stessa. Ecco quello che avrei dovuto fare: chiedere uno scontrino, e al minimo tentennamento chiamare i carabinieri. Ecco quello che dobbiamo fare tutti: registrare definitivamente che l’evasione fiscale è un furto ai danni di tutti, in particolare dei più deboli. Che gli evasori vivono sulle spalle di chi le tasse le paga fino all’ultimo centesimo. Che usufruiscono dei servizi senza contribuirvi. In poche parole, che sono dei ladri, e che devono essere puniti.

Dobbiamo maturare tutti una maggiore consapevolezza, e denunciare. Tolleranza zero. La rete serve anche a questo: nomi e cognomi degli evasori che smascheriamo, con l’invito a non comprare più da loro o a non servirsi più delle loro prestazioni professionali.