Mentre continuiamo a discutere del governo Monti e dell’asse Roma-Washington -oggi mi sento più yankee che mai- vorrei dire qualcosa della politica delle donne.

Io credo che le vere novità -la fase 2, dopo quella della rimessa-in-pari- verranno di lì, da un’intensa partecipazione femminile, da un profondo mutamento di linguaggi e forme, dall’irruzione della politica prima (quella che le donne fanno da sempre, e che ricondurrei al concetto di cura) nella politica seconda, quella della rappresentanza e della delega. Da una nuova e inedita agenda, che pian piano si va costruendo, che riporti in primo piano ciò che è davvero primario nella vita di tutti, donne e uomini.

Questa novità di forme e di linguaggi è visibile in embrione nel percorso di “Se non ora quando”, a quasi un anno dal 13 febbraio.

Si vanno cercando modalità organizzative, assumendo -mi pare- quella fatica, quel disagio della democrazia (una testa=un voto) di cui parlavamo qui qualche post fa   http://blog.leiweb.it/marinaterragni/2012/02/01/le-donne-e-il-disagio-della-democrazia/

Niente è scontato. Ci si assume anche qualche rischio. Come quello della trasversalità. E quello della non-delega (userei un’altra parola, ma non mi azzardo). Diciamo di una lingua materna.

Ecco un documento del comitato nazionale Snoq, che si ribadisce non-elettivo. Diciamo così, primum inter pares. E invita invece i comitati territoriali alla massima apertura.

Per chi fosse interessata al tema, ci sono spunti su cui ragionare e discutere.

(ne approfitto per dire che causa maltempo la due giorni organizzata da Snoq Bologna su lavoro è welfare dovrebbe essere spostata al 3-4 marzo)

 

“… in merito alla differenza tra il Comitato Promotore e i Comitati Territoriali.

Sì, noi crediamo che il Comitato Promotore sia diverso dai Comitati Territoriali.

Lo è di fatto, se non altro per la sua storia. Non riconoscerne il ruolo di promozione e di indirizzo sarebbe sbagliato, perché porterebbe alla dissoluzione del movimento.

Il Comitato Promotore ha saputo, il 13 febbraio, parlare a tutte e a tutti. Ha avuto come primo riferimento le singole donne, senza usare bandiere. Ha pensato e scritto la “carta d’identità” come base per la riunione di Siena. Tutte ne hanno preso atto senza obiezioni. Comitati Se Non Ora Quando si sono moltiplicati in tutta Italia. Ne sentiamo la responsabilità.

Continuiamo a lavorare attraverso il web e a tenere i contatti con tutte, incoraggiando piena libertà di espressione nei Comitati locali, chiedendo solo il rispetto della trasversalità e l’attenzione alle donne singole che vogliono partecipare a Se Non Ora Quando.

Chiediamo anche a Snoq Milano questa apertura e attenzione.

Ad un anno dal 13 febbraio, forti del lavoro fatto e delle relazioni costruite con i Comitati Territoriali, stiamo elaborando un documento politico sulla forma organizzativa di Se Non Ora Quando. Lo discuteremo tutte insieme al prossimo incontro.

Il Comitato Promotore