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Donne e Uomini, Politica Giugno 9, 2012

Una candidata di Snoq alle primarie

Accertato che vi saranno primarie per l’individuazione del candidato premier del centrosinistra, e in attesa di una migliore definizione delle intenzioni del centrodestra, forse è venuto il momento che Se non ora quando ripensi al 13 febbraio, la più grande manifestazione di popolo dal dopoguerra, convocata e guidata dalle donne, e festeggi il quasi-secondo anniversario con l’indicazione di candidate alle primarie.

E’ questo che il popolo del 13 febbraio, donne e uomini, si aspetta: che si tirino somme politiche, che si colga ogni occasione per portare la differenza femminile e il doppio sguardo al governo del Paese. Sarebbe strano il contrario: che Se non ora quando si sottraesse a questa sfida, eventualmente trasversale e bipartisan: per portare il maggior numero di donne possibile nel maggior numero di schieramenti possibili. Se è vero che la maggioranza di questo movimento fa riferimento al centrosinistra, vi sono anche molte donne -e uomini- di centro e centrodestra che condividono l’obiettivo del 50/50.

E’ bastato che Pierluigi Bersani -gli va dato atto di grande coraggio e di una ferma volontà politica- dichiarasse prossime primarie aperte perché una serie di semi-Carneadi (tutti maschi) manifestassero la loro intenzione di parteciparvi. Non è pensabile che la partita si giochi tra soli uomini. Ma non è nemmeno pensabile che quelle poche donne -eventualmente quell’unica donna- siano solo espressione dei partiti.

Le amiche che hanno organizzato il 13 febbraio, giornata che la Storia indicherà come data di nascita della Terza Repubblica,  si sono assunte una grandissima responsabilità politica, che va condotta con determinazione fino in fondo.

Le primarie sono un passaggio imprescindibile, e il momento per parlarne è adesso.

p.s. Io un paio di nomi li ho in mente

 

Donne e Uomini, Politica Aprile 20, 2011

LA SQUADRA

Come vedete anche voi non-milanesi la campagna elettorale a Milano sta assumendo il rilievo nazionale che in effetti ha. E non da quando l’ha detto Silvio Berlusconi, ma fin dal principio, benché mi pare si sia esitato molto a capirlo, soprattutto a sinistra. Penso perciò di poter tediare. E dico questo: è pressoché certo che Letizia Moratti non vincerà al primo turno. La mobilitazione del centrodestra è straordinaria e per l’appunto nazionale, ma a toglierle voti c’è il Terzo Polo, e non solo.

Si sa che in genere al secondo turno la sinistra tiene le posizioni, mentre una quota di elettori di centrodestra non torna al voto. In quelle due settimane tra il 15 e il 29 maggio (wow! il giorno del mio compleanno!) ne vedremo di ogni, il calciomercato è uno scherzetto. Sarà lotta all’ultimo voto e con ogni mezzo. La contesa sarà soprattutto sui voti del Terzo polo e, a quanto pare, su quelli di Mattia Calise del Movimento CinqueStelle, che i bookmaker danno addirittura al 5 per cento. Calise non darà indicazioni di voto al secondo turno, anche se il centrosinistra dovrebbe avere maggiori chance di godere di quel significativo patrimonio. L’apparentamento tra centrosinistra e Terzo Polo è altissimamente improbabile. Una quota dei terzisti non voterà, un’altra quota, probabilmente importante, si lascerà tentare dalle concrete lusinghe del centrodestra: ma anche nel Terzo Polo gli umori antimorattiani sono molto forti, in particolare in area Fli, e che una quota di voti confluiscano su Pisapia è tutt’altro che inverosimile.

E come sia fa a prendere i voti di Cinquestelle e di parte del Terzo Polo? Io credo che la possibilità sia una sola: il 15 e il 16 si vota al primo turno, e il 17 Giuliano Pisapia presenta una squadra strepitosa, fatta di donne e uomini della cosiddetta società civile -quindi non gente nota solo ai partiti e ignota a chi va a votare- che la città riconosca immediatamente come competenti, capaci e in assoluto spirito di servizio, in grado di tentare gli elettori oltre ogni logica di schieramento, e quindi di catalizzare anche il consenso moderato. Ci sono un sacco di brave persone, in questa città, in cui i cittadini ripongono già la loro fiducia.

La strada è solo questa. Mi auguro quindi che in queste poche settimane che ci separano al voto si lavori principalmente su due questioni: come conquistare il voto degli indecisi, sempre più tentati dall’astensione (in particolare donne, avanguardia nella critica della politica), e quale squadra mettere insieme per opporre all’immane schieramento di mezzi e forze da parte del centrodestra l’energia gratuita della competenza, del merito e della generosità politica.

Anche i miracoli vanno aiutati.

AMARE GLI ALTRI, Politica Febbraio 7, 2011

ANTIPATICI

Ne abbiamo parlato qui l’altro giorno, ma vale la pena di tornarci su, specie dopo il Palasharp e l’appello di Roberto Saviano a saper parlare all’Altro (l’altro-altro). Prima quello che diceva la mia adorata Etty Hillesum, di fronte, lei ragazza ebrea, dell’altro-altro-altro, l’aguzzino nazista:

Dobbiamo respingere la barbarie che è dentro di noi, e non dobbiamo riempirci di odio, perché altrimenti il mondo non sarà in grado di spostarsi di un centimetro dal fango in cui si trova“.

Leggere e meditare Etty, dunque, il Diario e le Lettere (Adelphi).

E poi un libro uscito nel 2005, a cui la gente di sinistra dovrebbe dare o ridare un’occhiata: Perché siamo antipatici? La sinistra e il complesso dei migliori, di Luca Ricolfi (Longanesi). Tema a cui accennavamo qui l’altro giorno. Ma vediamo con Ricolfi, sociologo di sinistra, che descrive il razzismo etico o il sentimento di superiorità morale e antropologica  del popolo di sinistra, dai vertici alla base più engagée. Questi i mali da combattere:

1) L’abuso di schemi secondari, ovvero le scappatoie contro l’evidenza. Le “scuse”, insomma, con cui giustificare i fallimenti delle proprie ideologie dinanzi agli altri e a se stessi. A destra «non esiste e non è mai esistito nulla di paragonabile all’immenso sforzo della cultura marxista di occultare i fatti – povertà, lavori forzati, repressione del dissenso – e di edulcorare le evidenze storiche dissonanti, dall’Unione sovietica alla Cina e a Cuba». Ci stanno arrivando anche loro, però (aggiungo io).

2) La paura delle parole, ovvero la dittatura del politicamente corretto che ha tabuizzato  parole come cieco (non vedente), vecchio (anziano), donna di servizio (colf), eccetera. Questo allontana dal senso comune della gente, che invece Berlusconi, con il suo linguaggio diretto, sa interpretare benissimo.

3) Un linguaggio «legnoso, infarcito di formule astratte». Berlusconi usa le parole per spiegare concetti,  la sinistra usa le parole per nasconderli anzitutto a se stessa. Si tratta di tenere insieme tutti gli alleati della coalizione, e troppa chiarezza non aiuta.

4) Il complesso di superiorità etica. L’idea dellele due Italie“: quella dei “giusti” contro l’Italia della barbarie. Veleno ancora in circolazione, l’altro giorno al Palasharp. L’idea di un elettorato, quello di centrodestra, che, «legge pochi quotidiani e pochissimi libri», pensa solo al calcio e al Grande Fratello.
Ecco, proviamo a ragionare un po’.
Corpo-anima, Politica, TEMPI MODERNI Gennaio 20, 2011

GOTICO ITALIANO

Detto così, a latere, il paradosso è questo: che oggi il centrosinistra si trova nelle condizioni di dover sostenere la morigeratezza sessuale, e il centrodestra, o almeno una sua parte cospicua, a difendere le ragioni della sfrenatezza e del godimento senza limiti. Storicamente le cose sono sempre andate in un altro modo, anche se il moralismo sessuale dei conservatori -vedi “Signore e signori” e altro- spesso è stato solo un’imbiancatura del sepolcro.

Il rischio è che da questa brutta storia del Rubygate la sinistra esca mutata nel suo Dna. E soprattutto che a questa fase “scostumata” ne succeda per contrappasso una tristemente bigotta, in cui ogni sensualità, bellezza e joie de vivre saranno guardate con sospetto.