Ok, sarei in vacanza, ma leggo stamattina sul “Corriere” che per la preparazione ai test di ingresso all’università le famiglie sono costrette a spendere fino a 4 mila euro e mi imbufalisco, e allora ritardo la spiaggia e riapro il blog.

Non so se i test d’ingresso siano una buona idea, io sono di mia costituzione per la massima apertura, vedo che i ragazzi maturano più tardi rispetto alle generazioni preceeenti, e l’idea che un solo talento della medicina o della fisica vada perduto solo perché a 19 anni era troppo bighellone per studiare per il test mi pare una follia. Mi dicono che oggi l’orientamento espresso dagli insegnanti alla fine delle scuole medie inferiori può pregiudicare l’iscrizione a un buon liceo: anche in molti licei c’è il numero chiuso, e quel giudizio rischia di essere definitivo.

Anyway: se sono abbastanza contro i test d’ingresso, sono risolutamente contro l’odioso business dei test d’ingresso, che raddoppia lo sbarramento in base alle possibilità economiche della famiglia. Quindi, nei panni del Ministro della Pubblica Istruzione riprenderei in esame tutto quanto il pacchetto. Di riforme del sistema formativo si parla troppo poco, e invece è proprio lì che dovremmo “crescere”.

L’altro giorno incontro una ragazzina. Carina, con una gran massa di riccioli neri. La bellezza dell’asino, come si dice, e forse qualcosa in più. Mi racconta che vuole fare la modella. Qualche delinquente che ha messo in piedi un’agenzia per povere piccole gonze l’ha convinta che ha tutti gli atout. Non è vero: le mancano almeno venti centimetri, è vezzosamente tonda, i fianchi ampli, e che Dio ce la conservi. Ma una modella, proprio no. La povera piccola, e quell’idiota di sua madre, pagano il delinquente perché la infili in miserabili concorsini di bellezza e la faccia sfilare per qualche sarta di paese. Non solo non prende nulla, ma deve pure pagare per essere fatalmente disillusa.

Ecco, io edificherei un apposito girone dell’inferno per quelli che rubano i bambini, per quelli che li illudono e li imbrogliano.

(se siete al corrente di storie del genere raccontatele qui)