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cassazione

bambini, Corpo-anima, diritti Dicembre 23, 2015

Tutti pazzi per i diritti: anche quello a non nascere se non si è perfetti

Tra i diritti mostruosamente proliferanti, includete anche questo: il diritto a non nascere se non sano. La Cassazione lo ha dichiarato inesistente, ma non è detto che la cosa sia definitiva, e il tentativo tocca un punto sensibilissimo.

La vicenda: una donna di Lucca mette al mondo una bambina down. La trisomia non era stata diagnosticata nel corso degli esami prenatali. La donna sostiene che se avesse saputo dell’anomalia cromosomica avrebbe interrotto la gravidanza. Chiede perciò un doppio risarcimento alla Asl: per il suo proprio danno, e per il danno alla nascitura, che in quanto malata avrebbe avuto il “diritto” a non nascere. La Cassazione respinge questa seconda istanza, non riconoscendo un “diritto alla non-vita”. In particolare per il fatto che di questo supposto diritto “si farebbero interpreti unilaterali i genitori nell’attribuire alla volontà del nascituro il rifiuto di una vita segnata dalla malattia; come tale, indegna di essere vissuta (quasi un corollario estremo del cosiddetto diritto alla felicità)”.

La vicenda è straziante, e non è semplice parlarne. Ma mi impressiona molto non solo per il suo suono eugenetico, ma come esempio estremo del dirittismo mainstream. Attribuiamo diritti a tutti e a tutto. Spesso dimenticando che a ogni diritto corrisponde un dovere. Quando si dice per esempio, a difesa dell’utero in affitto, che esiste un diritto a diventare genitori, di default si attribuisce alle donne il dovere di confezionare bambini. Quando affermo che un individuo ha il diritto a non nascere se non sano, dico anche che qualcuno avrà il dovere di impedire quella nascita.

Uno dei più fantasiosi ed estremi diritti di cui ho sentito parlare –da Chiara Lalli, una di cui si apprezzano dichiarazioni tipo: la figura genitoriale non può essere ridotta alla madre” – è quello che vado a spiegarvi.

Negando l’accesso all’utero in affitto, si correrebbe il rischio di negare al potenziale nascituro il diritto a nascere, quindi gli si impedirebbe di esistere, danneggiandolo. Qui il diritto viene attribuito non a una persona, ma a un individuo potenziale, che ancora non esiste. Detto in altri termini, se si negasse la maternità surrogata si negherebbe a quell’ipotesi di individuo il diritto a passare dalla potenza all’atto, dall’idea di esistenza all’esistenza effettiva, perché se non nascesse così non nascerebbe del tutto. 

Spiace dovervi augurare buon Natale nel bel mezzo di questa guerriglia di individui l’un contro l’altro armati (di diritti).

Penso a quel bambinello portatore di Luce.

 

 

 

economics, Politica, Senza categoria Agosto 1, 2013

Sentenza Berlusconi: l’attesa che non c’è

Se le tv  si eccitassero un po’ di più per quello che riguarda l’insieme dei loro palinsesti -in questa estate magra, con tanta gente in città, la televisione potrebbe offrire un servizio meno scadente di quello che offre- e un po’ di meno per la sentenza della Cassazione su Berlusconi, saprebbero anche rappresentare meglio l’umore del famoso Paese reale. Che della sentenza Berlusconi sostanzialmente se ne sbatte, all’insegna della diffusa e non del tutto infondata convinzione che “tanto non cambia nulla”.

In effetti potrebbe essere così: condannato o non condannato Berlusconi resterebbe il deus ex-machina che è, unico garante dell’esistenza di questo centrodestra che senza di lui evaporerebbe. Il vero problema politico ce l’ha il Pd, che al legno di questo “patibolo” potrebbe auto-crocifiggersi e perire. Ma cosa volete che importi di questo alla stragrande maggioranza del Paese, tutto preso ad arrabattarsi e a tentare di costruire qualcosa -eventualmente in nero- per non perdere il refolo della supposta “ripresina”, e non grazie alla politica, ma nonostante la politica?

Le troupe si eccitano davanti al Palazzaccio come di fronte al St Mary Hospital, in attesa del royal baby: un evento è pur sempre un evento. Stasera ci diranno in diretta. Ma quello che conta è che il governo del fare fa poco e fa male, e ben pochi si aspettano che faccia più di tanto.

Al prossimo giro politico, nel 2014 o nel 2015, sperando di disporre di una legge elettorale non antidemocratica, si dovrà fare in modo di mandare nelle istituzioni gente davvero valida e capace, e in spirito di servizio, altro che i miracolati delle Parlamentarie di Capodanno. L’esorcismo del merito resta il principale problema della nostra classe dirigente. Vale per la politica, ma non solo. Nella burocrazia (il decreto Letta sulle semplificazioni burocratiche consta di 93 commi articolati in sottocommi, punti e sottopunti) si annidano corruzione e familismo. La burocrazia è la vera nemica dei talenti, che nel nostro Paese, se Dio vuole, fioriscono spontanei come il sambuco. Nel piccolo, nel locale, il genio e le capacità hanno più chance.

Continuiamo a lottare e ad avere fiducia, radicati alla terra dei nostri contesti.