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Donne e Uomini, Politica Febbraio 20, 2012

Non ci faranno tornare indietro

I segnali sono stati tanti, in questi giorni (non li rielenco, basta scorrere il blog).

Oggi, poi: giornata pessima.

In un convegno stamattina ho sentito parlare di “avvicinare le donne alla lettura” (le donne sono le maggiori e più voraci lettrici in questo paese, sono quelle che vanno alle mostre, a teatro eccetera, ndr). Oggi pomeriggio ho visto girare in rete un contratto Rai con clausola “se rimani incinta vai a casa”.  Stasera mi sono rifiutata di andare a un convegno sul libro “Viaggio In Italia. Alla ricerca dell’identità perduta“, scritto a più mani da Marco Aime, Luigi Zoja, Ilvo Diamanti, Giampiero Dalla Zuanna, Luca De Biase, Salvatore Natoli, Enrico Pozzi per Intesa San Paolo. Tutti stimabilissimi personaggi, ma nemmeno una donna. Possono cercare quanto vogliono, senza uno sguardo femminile. Non troveranno granché di nuovo.

Non andrò più a convegni ed eventi che non prevedano la partecipazione di un numero decoroso di donne. Non parteciperò più a inziative politiche in cui gli uomini siano maggioranza schiacciante. Dovremmo fare tutte così: lasciarli tra soli uomini, nella loro omosessualità politica.

Dovremmo farlo perché non dobbiamo più accettare di recitare la parte della minoranza: siamo la maggioranza, e questo deve essere riconosciuto. Non dobbiamo più accettare di sentirci intimidite perché siamo troppo poche, costrette a parlare la loro lingua per essere capite.

Non dobbiamo più votare e sostenere i partiti degli uomini, fintanto che resteranno solo di uomini.

Non dobbiamo rassegnarci a tornare indietro: credevamo che fosse fatta, e invece, caduto Berlusconi, stiamo vedendo che la forza delle donne non gli serve più.

Ebbene, teniamocela per noi, e usiamola bene. Usiamola per andare avanti, noi e le nostre figlie: che sono brave, leggono più di tutt*, si laureano meglio, più rapidamente e in maggior numero rispetto ai colleghi maschi, e meritano quindi più di loro.

Non temiamo il conflitto, se ci sparano addosso ogni giorno, se pretendono tutto dando in cambio il minimo. Questo film è finito, non lo vedranno più.

Insomma: prepariamoci serenamente alla guerra. Se è questo che vogliono.

Donne e Uomini, Politica Febbraio 17, 2012

Fuori Berlusconi, alla politica serviamo ancora?

do you remember ruby?

Arietta di backlash -contrattacco-.

Mutande di nuovo in giro, dicevamo, e un governo che non mette le donne esattamente al centro. La legge sulle ributtanti dimissioni in bianco, per dirne una, con tutto il suo portato simbolico e sostanziale, è ancora lì che aspetta.

Precisamente un anno fa eravamo la speranza del Paese, paginate di giornale sul 13 febbraio, dibattiti prima, dibattiti dopo, la dignità delle donne, lo schifo di Arcore, leader di partito in piazza con noi, etc. etc.

Un anno dopo la legge elettorale se la discutono fra uomini, dai giornali siamo nuovamente sparite, in noi non si spera più così tanto. Ok Se non ora quando, ma lasciateci lavorare -che dobbiamo fare le liste-.

Insomma, il 9 febbraio 2011, sul Corriere della Sera, mi permettevo di fare notare questo -che tante non hanno apprezzato, sospettandomi di filoberlusconismo-: “Domanda delle 100 pistole: qual è l’obiettivo del 13 febbraio? La testa del premier? O, più in generale, il machismo della nostra politica? Che cosa chiede la piazza? Non c’è protagonismo politico, in mancanza di chiarezza”.

Ora la testa del premier l’hanno avuta, ex post sappiamo che la diplomazia internazionale era al lavoro da tempo per risolvere l’incresciosa situazione italiana, e la mobilitazione delle donne capitava a fagiolo.

Attenzione, capiamoci! Non sto affatto dicendo che le donne si sono mobilitate in quanto parte consapevole di questo disegno. Tutt’altro! La mobilitazione è stata sincera, spontanea, generosa, straordinaria! Sto dicendo che questa mobilitazione ha goduto dell’attenzione di stampa e politica perché arrivava proprio al momento giusto.

Ma oggi, alla politica, serviamo ancora? Cogliete segnali di attenzione da parte dei partiti? Sentite ragionamenti economici che mettono al centro il potenziale femminile? Io no, e dire che ci sto parecchio attenta.

Avete fiducia che il 50/50 , andato via così liscio, in quel clima favorevole, a Milano, Bologna, Torino, Cagliari, si riprodurrà a livello nazionale? Se non ora quando ci sta lavorando, ma pensate che troverà la strada spianata?

Ecco, ora il Cav. non c’è più -non che manchino altri maiali, in giro- ma la politica machista è ancora lì, intatta, e i segnali di backlash servono precisamente a infiacchirci.

Amiche, questo il contesto. E allora, che si fa?

Io non mollo.

Se per cortesia -chiedo scusa- ci lasciate discutere di questo tra donne ve ne sarò grata.