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artigiani

economics, Politica Gennaio 23, 2012

Finché c'è qualche soldo in giro

Ieri a Pisa un turista spagnolo ha pagato 26 euro per due cappuccini e due cornetti. Quindi è uscito e si è rivolto ai vigili, che hanno multato (1000 euro) il commerciante.

In questi giorni ho contattato degli artigiani per dei lavori in casa: un paio di Thonet da reimpagliare, un’imbiancatura da programmare. Sembravano dei pazzi assatanati: il primo gridava come un imbonitore di fiera e voleva rifarmi anche le altre sedie, che a mio parere stavano benissimo; il secondo mi ha fatto una richiesta esosissima, poi è sceso un po’, e ancora un altro po’, in una trattativa da tappetaro, quindi mi ha chiesto subito un anticipo equivalente a metà del preventivo sei mesi prima dell’esecuzione del lavoro. Un altro vorrebbe mille euro per cambiare le rubinetterie di un bagno. E così via.

Il clima è un po’ da ultimi giorni di Pompei: arraffa tutto e subito, finché c’è ancora qualche soldo in giro e prima che a qualcuno venga l’idea di calmierare. E speriamo che gli venga. Auspico un severissimo controllo dei prezzi, dure sanzioni per i conti esosi, e iniziative per l’autotutela. Come quella che è venuta a un amico, gli artigiani a Km zero: una bottega civica in ogni quartiere, a cui rivolgerti quando ti serve un imbianchino o un idraulico, che garantisca tariffe ragionevoli e qualità del lavoro.

C’è anche il tema del turismo, risorsa vitale per il nostro Paese: le vacanze in Italia sono ormai un lusso per pochissimi, con quello che spendi qui per un week end ti compri dieci giorni last minute in Messico o in Giamaica o un mese intero a Berenice.

Che il settore calibri i suoi prezzi sulla capacità di spesa della mafia russa non mi pare un’ottima politica. Non ci sono abbastanza mafiosi russi per riempire tutti gli alberghi e i ristoranti.

economics, TEMPI MODERNI Dicembre 10, 2009

IDRAULICI E BOLLETTE

100 € a elemento (+ mano d'opera): è quello che mi hanno chiesto!

100 € a elemento (+ mano d'opera): è quello che mi hanno chiesto!

Come avrete visto, da gennaio aumento del 2.8 per cento nelle bollette del gas. Per l’elettricità ancora nessun rincaro, ma è questione di tempo. Quindi ricomincia l’ascesa dei prezzi, proprio nel momento in cui la crisi arriverà a far sentire pienamente i suoi effetti sull’occupazione. Questo lo scenario del nuovo anno. Il che ci costringerà quanto meno a un downshifting radicale -diciamolo in inglese, che fa meno male-: ulteriore contrazione dei consumi, taglio dell’inutile, ritorno all’essenziale da molti punti di vista.

Proprio sabato scorso, prima che si sapesse del nuovo caro bollette, su Io donna, riflettevo alla buona su questi temi. Vi ripropongo i miei pensieri da casalinga che scrive.

Dato che tutti –o meglio, tutte: siamo realisti- facciamo la spesa, anche voi a conti fatti avrete visto che quanto si spende per mangiare è il meno. Stando un po’ attenti, scegliendo i negozi a buon mercato, tenendo d’occhio il prezzo al chilo o al litro, approfittando delle offerte, evitando le fragole a dicembre e i broccoli ad agosto, saltando qualche anello della catena, comprando quando si può direttamente dal produttore, imparando a cucinare meglio, e più sano, con meno, e così via -tutte accortezze che conosciamo benissimo- il budget può essere contenuto con soddisfazione. La rabbia che poi ti viene quando scopri che quei cento euro che hai sapientemente risparmiato ti partono per gli inspiegabili eccessi di una bolletta, o per dare una grattata alla lavatrice intasata dal calcare. Qui non si fatica per il pane, e nemmeno per il companatico, ma per tutto il resto, in molti casi inessenziale.
Interessanti i dibattiti sul caro pasta -0.75 o 0.83 al chilo?- che hanno occupato parte cospicua delle pagine dei giornali prima che l’affaire escort richiedesse tutta la nostra devota attenzione. Ma capirete bene che, data anche la pasta a un euro al chilo, non saranno quei 50 euro in più l’anno a rovinarci. E’ sul resto, che c’è da lavorare: sulle bollette, sempre spaventose, in troppi casi tra le più care d’Europa; sul caro-artigiani, assolutamente ingiustificabile; sulle spese di condominio, che ci costringono a un affitto salato anche quando siamo proprietari di casa. E via dicendo.
E’ il contorno dell’essenziale –la minestra quotidiana- che va ripensato. La buona volontà del non far correre l’acqua a vuoto non basta, quando l’acqua è gestita come non come una risorsa inalienabile ma come un bene di mercato: e anche qui, in controtendenza rispetto al resto d’Europa.
Di sicuro c’è parecchio da pensare e da fare, sul tema del rapporto tra essenziale e inessenziale, tra ciò che riteniamo irrinunciabile e quello di cui, a pensarci bene, potremmo fare a meno, o quasi. Ripensare al proprio essenziale è un’ottima pratica, e anziché impoverire, come si potrebbe credere, rende incredibilmente più agili e più ricchi. Ma pensate anche a quante belle cose avrebbe da fare la politica, se fosse degna del bel nome di politica!

P.S.  Aggiunta dell’ultim’ora: io il mio Tfr l’ho tenuto in azienda. Meno male, visto la fine che faranno fare ai fondi!