Uno dei nuovi tormentoni della politica è che “non c’è alternativa”.

Vale soprattutto quando si parla di Berlusconi, ma la formula è adattabile a qualunque situazione, nazionale o locale. Il governo non funziona, ma ce lo dobbiamo tenere, non c’è alternativa. Quel sindaco è una schifezza, ma non c’è alternativa. Ogni volta che sento questo ragionamento resto stupefatta. Non c’è alternativa a un uomo? Non c’è alternativa a qualcosa che non funziona? Che cosa rende fatale un fatto eventuale e talora perfno casuale come una decisione o un’alleanza politica?

Un’alternativa c’è sempre, sta nelle necessarie probabilità. Ogni momento, ogni aspetto della nostra vita presenta una quantità di alternative.  E’ il nostro sguardo impigrito che non la sa vedere. E’ nel raggio corto della nostra miopia che l’alternativa non esiste. E chi sa che noi non sappiamo, non vogliamo, non ci sforziamo in alcun modo vedere, ne approfitta alla grande. Tenetevi questa roba scadente, rassegnatevi, tanto non c’è alternativa.

Troviamo noi le alternative, è più semplice di quanto possa sembrare. Costruiamole, nominiamole e facciamole esistere. Non lasciamoci infiacchire e ipnotizzare da questo fatalismo teleguidato.