Il sogno civico a Milano sembra sul punto di infrangersi contro il muro della spartitocrazia.

Mi viene in mente una stupenda vignetta di Altan (da “Donne nude“). Lui che dice a lei: Dobbiamo aprirci alla società civile. E lei a lui: Vengono loro da noi o andiamo noi da loro?

Non so chi è andato da chi, sta di fatto che i 4 candidati alle primarie del centrosinistra erano stati presentati, con orgoglio e grandi squilli di tromba, come candidati della società civile (anche se in verità Giuliano Pisapia ha alle spalle due cospicui mandati in Parlamento).

Lo scenario elettorale, al momento, di società civile ne vede poca o punto. Le liste le stanno facendo i partiti, a destra e a sinistra: fate un esperimento, provate a candidarvi se ci riuscite. Io credo che se volessi non troverei grande accoglienza. Il numero dei consiglieri è anche diminuito, e quindi la torta della spartitocrazia è anche più piccola. So ad esempio che anche nel giro pisapiano stretto alcuni stanno pensando a una lista “dal basso”.

Tra Affittopoli e Parentocrazia, lo spazio “civico”, se vogliamo chiamarlo così, è ancora tutto da delineare e da rappresentare.

Qualcuno ci riuscirà?

P.S. Quanto alle donne, i conti si faranno all’ultimo, sistemati tutti quelli che devono essere sistemati.

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •