Non mi piace l’odio e il senso di rivalsa nei confronti dei ricchi. Mi piace invece una sobria fermezza nei confronti dei disonesti e degli evasori fiscali. Mario Monti ha ragione. Sono loro -magari non solo loro, ma loro di sicuro- a mettere le mani nelle tasche degli italiani.

Ci sono piccoli evasori e grandi evasori. Non è difficile che i grandi evasori siano ricchi. Io detesto i grandi evasori in quanto evasori, non in quanto ricchi. Detesto quella parte della loro ricchezza che viene loro dall’aver fregato me e tanti altri come me, non avendo contribuito nella giusta misura al bene comune, ma non detesto la loro ricchezza tout court.

Voler diventare ricchi, o meglio, voler migliorare la propria condizione, è un moto umanissimo e che io apprezzo. Sono nata e cresciuta in una parte del Paese fortemente influenzata dalla cultura calvinista.  Qui ci conquistiamo la grazia anche così, con le opere. Il che non vuole dire che io apprezzi l’avidità e l’assenza di modus nei confronti del denaro, l’avarizia, orribile peccato, e lo spreco, non meno orribile.

Insomma, voglio dire questo: teniamo ben distinti i sentimenti che possiamo provare nei confronti della ricchezza -generalmente invidia- da quelli che sentiamo nei confronti di chi evade -desiderio di giustizia-.

E’ molto pericoloso, è ideologico confonderli. 

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