Dal candidato presidente di Regione Lombardia Umberto Ambrosoli ricevo le proposte politiche per le cittadine, che pubblico qui a seguire -in attesa di ricevere il programma su questi temi dei candidati presidenti degli altri schieramenti-.
La Lombardia è agli ultimi posti in Italia secondo l’indicatore di uguaglianza di genere della Banca d’Italia, con un valore di tra 0,26 e 0,35, peggiore di quasi tutto il centro nord.
Umberto Ambrosoli incontra le donne di Lombardia e promette: “Lavoreremo su regole, opportunità e cultura: liberare le energie delle donne va a vantaggio di tutta la regione”
Mezzo punto di PIL per ogni punto percentuale di occupazione femminile. Basterebbe questo a investire nelle pari opportunità, ma c’è anche altro. Oggi la disuguaglianza di genere in Lombardia riguarda la retribuzione (meno 6 per cento a parità di ruolo), la rappresentanza politica ed economica (con una presenza femminile nelle posizioni decisionali che va dal 5 all’11 per cento), ed è anche un problema culturale di dimensioni profonde.
I punti essenziali del programma di Ambrosoli in materia di Democrazia Paritaria sono:
- la piena attuazione del principio della parità, anche numerica, negli organi di governo della Regione;
- il pieno riconoscimento e la promozione dei diritti delle donne in tutti gli aspetti della vita quotidiana:
- dalla conciliazione dei tempi di lavoro e cura,
- all’implementazione di strumenti di rientro nel mondo del lavoro dopo licenziamenti o allontanamenti spontanei anche per ragioni di cura dei figli e degli anziani;
- dal disegno della città e dei suoi servizi
- alla promozione e al sostegno dell’imprenditoria femminile;
- alla medicina che curi finalmente la donna nella sua specificità durante la malattia (“medicina di genere”).
In tema di sanità, il programma promette la piena attuazione della legge 194 in tutte le sue declinazioni, garantendone l’applicazione in tutta la regione, anche in presenza di medici e infermieri obiettori di coscienza.
Forte il focus su un’adeguata promozione e azione di sostegno per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, che si tratti di donne dipendenti (percorsi di carriera, parità di salario, rientro nel mondo del lavoro dopo la maternità, licenziamenti o allontanamenti spontanei) che imprenditrici (incentivi per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile).
A vantaggio delle donne ma anche degli uomini, delle famiglie e naturalmente dell’azienda.
Molta attenzione anche ad azioni per facilitare l’imprenditoria femminile, quali:
- consulenza alla costruzione del business plan e mentoring
- finanziamenti e accesso al credito: convenzioni con istituti di credito attraverso lo strumento del Fondo Regionale per lo Sviluppo (per garanzie sui prestiti delle banche alle imprese femminili)
- strumenti di supporto all’accesso di finanziamenti e bandi europei diretti all’imprenditoria femminile e a progetti di conciliazione.
Inoltre, Regione Lombardia si impegna ad attuare e dare rilievo alle direttive indicate nella legge regionale 11/2012, Interventi a sostegno delle donne vittime di violenza, approvata il 26 giugno scorso.