Spulciando nel blog in questi giorni ho constatato che i post dove ho parlato di politica -quella politica, dico, quella che comunemente viene intesa come politica- e quelli illustrati con la faccia di un politico sono stati in assoluto i meno commentati e condivisi. Ti basta vedere la faccia di Berlusconi, o Bossi o Fini -con una singolare eccezione per Rosy Bindi- e molli il colpo. Lo constatavo anche su di me, ieri sera, guardando Sky Tg24. Che a suo tempo ho elogiato, ma che ora comincia a essere infarcito di panini politici, di commenti -ieri sera, per esempio, una noiosissima Bonino che ha parlato per una decina di minuti-, di gossip da palazzo. Mi è venuta voglia di spegnere.

Vediamo quella gente e fuggiamo. Lo faccio anch’io. Devo fare uno sforzo per non saltare a pie’ pari le prime 10 pagine dei quotidiani. Fino a qualche tempo fa ero sostanzialmente pacificata, su questo. Oggi molto meno. Troppe cose non vanno. Troppe risorse -soldi pubblici, tempo- vengono sprecate. Il gap tra la fatica che tutti facciamo ogni giorno e quello spreco è assolutamente insopportabile.

E allora mi domando come si può fare. Come si può parlarne “senza parlarne”. Come si può riaccendere l’interesse e la partecipazione. O se è meglio lasciar neoqualunquisticamente andare. Non so. Sono in questo dubbio, stamattina.

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