Le “farfalle dei diritti”: il ballo di 13 ragazze calabresi

Si capisce ancora poco delle eventuali elezioni in Calabria (il governatore Peppe Scopelliti, condannato a 6 anni e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per i bilanci truccati al comune di Reggio, deve ancora formalizzare le sue dimissioni). Non si sa se si andrà subito al voto, il 25 maggio, in coincidenza con le europee. Al momento l’unica certezza è l’autocandidatura glam di Vittorio Sgarbi. Quanto al centrosinistra, se si vota in maggio forse non ci sarà il tempo per passare da primarie: il nome che ricorre è quello del magistrato Nicola Gratteri, che però continua a smentire.

Cosa certa e assodata, il protagonismo delle donne calabresi, che negli ultimi anni hanno saputo manifestare anche nello spazio pubblico la straordinaria forza che da sempre esercitano nei “focolari”, temprata dall’aver saputo resistere in condizioni quasi invivibili. Oltre alle sindache della Locride e di altre località, alle professioniste e alle donne d’impresa, come ricorda la giornalista catanzarese Franca Fortunato c’è da registrare il fatto che “le donne sono riuscite perfino a mettere in crisi la ndrangheta. Fino al 2010 non c’erano mai state collaboratrici di giustizia. Poi alcune hanno cominciato a trovare la forza di rompere… Ormai sono in molte e in molti a pensare che il rinnovamento in Calabria lo faranno le donne“.

Il tempo per il “ballo” è questo. L’occasione delle imminenti elezioni regionali va colta in velocità e senza timidezze, esprimendo il maggior numero possibile di candidature, preferibilmente anche alla presidenza della Regione. La Calabria dalla bellezza struggente e ancora intatta, Sud del Sud, il capoluogo di provincia Reggio in bancarotta e commissariato per mafia, i giovani che lottano per la “restanza” e cercano di resistere alla miseria e alla mancanza di lavoro, la Calabria con “la peggiore classe politica dell’Occidente” come dice a “Il Fatto Quotidiano”  l’antropologo Francesco Mauro Minervino “laboratorio politico di tutti i mali italiani”, potrebbe aspirare grazie al protagonismo, all’energia e ai desideri intatti delle sue donne a diventare un modello virtuoso di rinascita e di proposta.

E noi del Nord siamo prontissime a dare una mano! (già pronte le valigie per emigrare al contrario).

 

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