Costretti a compulsare giornali di carta e online. Attaccati alle news e ai tg, aspettando buone notizie che non arrivano mai. Osservando mosse e contromosse. Aguzzando lo sguardo per scovare dietrologie e complotti. Decifrando non detti e frasi in codice, affermazioni e relative smentite.

Crocifissi alla politica, senza poterci mai distrarre. Le energie congelate in attesa di. Inchiodati a un tavolo di poker obbligatorio. Nessun progetto, si vive alla giornata. Nessuno slancio, il fiato è cortissimo. Una campagna elettorale permanente. Talk show febbricitanti e compiaciuti. Sondaggi, exit poll, urne. Un inferno.

Desiderio che si passi dal dire, finalmente, al fare. Che cessino i preliminari infiniti. Poter raccogliere i nostri cocci, rimetterli insieme e vedere che cosa resta delle nostre vite. Potersi distrarre, pensare ad altro, parlare d’altro. Scrivere d’altro. Non dover leggere tutto politicamente. Godersi un teatro, una passeggiata, una gita, senza sentire il freddo della mannaia sul collo.

Fare finalmente la politica vera, che significa primum vivere, e non la metapolitica dei talk, delle dichiarazioni, degli accordi, degli intenti.

Che si sbrighino. Non ce la facciamo più.

 

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