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Anche laddove -la normativa è regionale- sarà disposto il ricovero e non il regime di day hospital per la somministrazione della pillola abortiva RU-486, nessuno potrà impedire alla donna di firmare per le dimissioni immediatamente dopo la somministrazione. Probabilmente la pratica sarà favorita, anzi, data la difficoltà di trovare un posto letto e di fornire assistenza a pazienti che peraltro si sentono perfettamente bene. La norma del ricovero, pertanto, si presenta dal principio come ipocrita. Ma è anche una norma pericolosa, perché molte donne, e specialmente le minorenni, pur di aggirare la burocrazia imposta, il colloquio con lo psicologo, il giudizio dei medici obiettori, eccetera, opteranno per il fai da te: la pillola si compra tranquillamente online -nella formulaziono originale o taroccata- con tanto di istruzioni per l’uso. Peggio ancora, la pillola potrà essere acquistata, gestita e somministrata da mammane chimiche, con tutti i rischi del caso.

Nella loro scelta -ricovero sì o no- le regioni dovranno pertanto considerare tutte queste possibili conseguenze, e attenersi a un principio regolatore assoluto: la salute delle donne. La lotta contro l’aborto è giusta e sacrosanta, ma aumentare il rischio e la sofferenza per le donne non ci avvicina di un millimetro all’obiettivo di ridurre gli aborti.

P.S. IMPORTANTE! Ragazze, se siete incinte e volete abortire, scegliete comunque l’ospedale, non fidatevi dei farmaci in vendita online! Se non ve la sentite di parlare con le vostre madri, chiedete consiglio a un’amica più grande, che vi aiuterà a trovare il medico!