Yusuf Mohamed Ismail Bari-Bari, morto ieri in un attentato jihadista a Mogadiscio

Ieri, erano quasi le 23, mi ha chiamato la mia amica Maryan Ismail. Avremmo dovuto vederci stasera in un’occasione conviviale. Con voce ferma, Maryan mi ha detto che non ci sarebbe stata perché gli jihadisti avevano appena ucciso suo fratello Yusuf Mohamed Ismail Bari-Bari, ambasciatore somalo all’Onu di Ginevra. Yussuf è morto a Mogadiscio nell’attentato al Maka Al Mukarama Hotel a opera di al Shabaab, filiale somala di Al Qaeda. Ci sarebbero decine di morti, e non è chiaro se l’hotel sia ancora nelle mani dei nazislamisti e se vi siano ostaggi.

La famiglia Ismail ha vissuto in esilio in Italia durante la dittatura di Siad Barre. Yusuf era nato a Roma e aveva studiato a Bologna. Maryan è una femminista molto impegnata politicamente, ha sposato un italiano, vive a Milano dove guida il circolo Pd Città-Mondo ed è da poco entrata a fare parte della segreteria metropolitana del Partito Democratico. Sua madre e altri familiari abitano a Bologna, mentre Yusuf risiedeva in Svizzera.

Questa tragedia conferma che tra noi e quei barbari assassini ci sono solo pochi gradi di separazione. E che, come dice lo studioso dell’Islam Gilles Kepel, i musulmani -laici, “moderati”, a loro dire “conniventi” con l’Occidente-sono le prime vittime del jihad (al secondo posto gli ebrei, al terzo gli intellettuali occidentali).

Maryan Ismail alla manifestazione milanese dopo l’attentato a Charlie Hebdo

Maryan dice di stare in buona compagnia questa sera anche per lei e Yusuf. La vita non si deve fermare, è questo che che vorrebbero gli jihadisti. E’ una donna molto forte, e supererà questo dramma che la rafforza nella sua convinzione e nel suo impegno.

Abbraccio questa mia sorella, colpita così duramente, e le giuro che non sarà mai sola.