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Ragazze e ragazzi, qui non abbiamo dibattuto sulla faccenda del crocifisso nelle scuole, e della sentenza della Corte Europea: si deve riparare!

Io dico questo (l’ho detto anche a Radio 1 l’altra mattina): che mi piacerebbe che il crocifisso fosse levato dal muro dell’aula, e lì restasse un segno della sua ex-presenza, come quando si toglie un quadro dal muro e rimane la sua impronta. Un’ombra, un fantasma inquietante, a significare tutti i nostri dubbi.

E dico anche questo: che la croce, da simbolo religioso, è diventato l’epicentro della cultura occidentale, luogo in cui Dio si è fatto uomo (e quindi anche l’uomo può farsi Dio). Togliere questo significa contribuire allo sfaldamento di una comunità, e quanto più si è comunità tanto più si è in grado di accogliere e integrare. Lo dico per esperienza diretta.

E dico anche questo, appreso personalmente da due donne dell’Islam, Ayaan Hirsi Ali e Irshad Manji: nulla di più della resa culturale eccita i fondamentalisti, ogni segno di debolezza fomenta l’attacco e invita alla sopraffazione. Tu mostrati fragile e loro ti disprezzeranno e ne approfitteranno. In questo modo non si fa bene nemmeno all’Islam moderato, che con la croce sa convivere in pace.

Ora dite la vostra, che ho detto la mia.