l'urlo di homer

l'urlo di homer

Intanto qui, mentre sotto continuiamo a discutere di forme della politica o di post-democrazia, come preferite, vi ripropongo per un esercizio spirituale contro la parte distruttiva di noi stessi le buone parole di Slavoj Zizek, riferite all’errore dei cinici e degli scettici. E le dedico al mio angelo custode Alexander Langer:

“L’elezione di Obama ha suscitato tanto entusiasmo non perché si è verificata, contro ogni probabilità, ma perché ha dimostrato che poteva succedere davvero. Lo stesso discorso vale per tutti o grandi momenti di rottura della storia, tra cui la caduta del muro di Berlino: tutti sapevamo quanto erano corrotti e inefficienti i regimi comunisti, ma nessuno riusciva a immaginare che potessero crollare. Eravamo vittime del pragmatismo dei cinici… Ricordate quando Gorbaciov lanciò gli slogan della glasnost e della perestrojka? Non importa quanto ci credesse veramente, il punto è che scatenò una valanga che avrebbe cambiato il mondo. Le parole non sono mai solo parole: hanno un gran peso e definiscono i confini entro cui possiamo muoverci. Obama ha già dimostrato una straordinaria capacità di spostare in avanti i limiti di quello che si può dire… Qualunque cosa succeda, Obama rimarrà un segno di speranza in tempi per altri versi bui: la dimostrazione che i cinici e i realisti, di destra o di sinistra, non sempre hanno ragione”.