Potrebbe essere l’ultima volta di Bossi a Pontida, di sicuro. Non perché gli si auguri un male ingiusto -Dio protegga il vecchio guerriero!-ma perché se per stavolta il popolo leghista, che c’è e risponde vigorosamente all’appello, butta giù il boccone amaro della sfilza di promesse a breve e a medio termine, mettendo le briglie all’insofferenza, fingendo di credere che quello che non è avvenuto in anni capiterà in mesi, dando un po’ di tempo al capo perché trovi l’uscita navigando a vista, consolandosi con il sogno di Bobo Maroni premier, una prossima volta non ci sarà.

Tiren innanz, sapendo bene come lo sappiamo tutti, leghisti e non leghisti, che non ci sarà nessuna riforma costituzionale con dimezzamento dei parlamentari e Senato federale, garantita addirittura per il 3 luglio, che non ci sarà nessun ministero che fa gli scatoloni per spostarsi nella Villa Reale di Monza, il presidente Napolitano ha già tagliato corto-. E che le spese mostruose e inaccettabili della politica non saranno tagliate entro il 19 luglio, che il consiglio dei ministri -dove: a Roma o a Monza?- non darà il via libera alla riforma fiscale entro il 21 settembre, e così via.

Quello che forse ci sarà per la fine dell’estate sarà una Lega un po’ più pronta a tirare le somme che oggi non può ancora permettersi di tirare e a separare il suo destino da quello del premier Berlusconi senza farsi troppo male. E ci sarà un Paese ancora più malmesso.

A proposito: voi lettori del nord conoscete per caso qualcuno, leghista o non leghista, che vorrebbe quei tre ministeri al Nord? Perché io non ne ho mai incontrato uno…