una signora al colle

Non dico che non potrebbero farlo: potrebbero. Non ci credo affatto, ma perché no?

Non dico che il Presidente Napolitano, dall’alto del suo ruolo, della sua esperienza politica e vicino allo scadere del mandato, non abbia fatto bene a dirlo: ha fatto benissimo. Tra l’altro vedo con piacere che sta cominciando a togliersi tanti sassolini dalle scarpe, come sull’ultima Domenica del Sole 24ore  dove ha tuonato contro la politica miope che nulla ha fatto e fa per salvaguardare il nostro territorio. Ottimo intervento.

Dicendo che sarebbe anche ora di una donna al posto suo, stigmatizza la misoginia della politica italiana. E apre a questa possibilità, anche se non va sottovalutata la seconda parte del suo discorso, che è quella che a me è piaciuta di più: “se le donne si faranno sentire”.

Parte il dibattito: e allora chi? Emma Bonino? Rosy Bindi? Difficile che possa essere una che non si è fatta le sue belle ossa in quella politica.

Ottimo, perché le parole di Napolitano sono un bel grimaldello. Lo dice perfino lui che non se ne può più. Ci si sente spalleggiate, diciamo così.

Ma quella rondine non farebbe primavera. Rischierebbe di essere solo un trompe-l’oeil. Se si vuole davvero che la politica cambi, che cambino i suoi modi, che cambino le sue agende, serve che di donne ce ne siano tante. Detto anche da una Presidenta già in carica, la cilena Michelle Bachelet: «quando una donna fa politica cambia la donna, ma quando tante donne fanno politica, cambia la politica». Ormai dovremmo averlo imparato a menadito.

Chiaro il messaggio? Fuori dalla Camera, che dobbiamo fare ordine.

Lo dice anche il Presidente: datevi una smossa.