bat-letizia e bat-figlio

Ho visto cose che voi umani… Gente da 100 mila euro al mese godere perché  pagavi il caffé e soffrire perché la volta dopo toccava a loro, comprare scarpe al discount e mettere in tavola vino travasato dal cartone. Di questa storia di Gabriele Batman Moratti mi colpisce soprattutto questo, oltre al fatto che di nuovo c’entra il tema karmico della casa.

Dunque, il giovanotto è sotto inchiesta per presunte irregolarità nella ristrutturazione della sua casa, un sito ex-industriale, 5 capannoni per quasi 500 metri quadri. L'”appartamento” comprenderebbe anche un ring per la boxe e un poligono di tiro insonorizzato.

L’uso è industriale. Nell’agosto 2009 il figlio del sindaco chiede di «accorpare i capannoni in un unico laboratorio», pagando al Comune oneri minimi, esattamente 6.687 euro. In seguito un altro versamento per passare all’uso commerciale. L’architetto che aveva seguito i lavori aveva accusato Moratti jr di non aver pagato l’ultima rata -ecco- e avrebbe ottenuto un decreto ingiuntivo per 127 mila euro. Dalle carte portate in tribunale si è visto che i capannoni erano diventati una bat-casa, ma l’immobile non è accatastato ad abitazione. Il nuovo Piano per il Governo del Territorio, recentemente approvato, consentirebbe di regolarizzare.

Ora, a parte il nuovo caso ParentAffittopolinon è più chiaro se a maggio andremo a votare per il sindaco o per un piano casa– come dicevo, la cosa che colpisce è che in quanto figlio di Gianmarco e Letizia Moratti, il giovane Bat-Gabriele poteva tranquillamente adattarsi in un attico-superattico in zona 1, il ring ci stava anche lì -magari non il poligono di tiro-, ma certo la soluzione non sarebbe stata sufficientemente smart: che noia qugli stucchi ai soffitti!

In generale si può dire questo: che quanto a potere e soldi, più ne hanno e più ne vogliono, non bastano mai. E’ un tipico giochetto del demonio, che quando gli capiti a tiro non ti lascia andare tanto facilmente.

A Milano non si può più vivere, abitare, respirare. I nostri ragazzi dobbiamo spingerli nell’hinterland, o anche in India e a Shanghai. Ma a maggio avremo pur sempre la possibilità di scegliere una “nuova” classe dirigente politica tra danarosi variamente imparentati, allocati e sistemati. Preferibilmente a nostre spese.

“Sono tutti uguali”: questo è quello che si dice al mercato, stamattina. Si può dare torto alla sciura Pina?

C’è da vomitare. Speriamo che nel frattempo da qualche parte spunti un’alternativa.