Beppe Grillo con Nigel Farage, leader di Ukip, partito anitieuropeo e nazionalista britannico

Il Maalox ha fatto effetto subito, e anziché intraprendere un’efficace autocritica, come richiesto in rete da molti attivisti del M5S, o addirittura dimettersi –tanti stanno chiedendo anche questo- due giorni dopo la mazzata elettorale Grillo ha preso un aereo per incontrare Nigel Farage, leader di Ukip, fortissimo Partito per l’Indipendenza del Regno Unito, e per ipotizzare future alleanze.

L’incontro è andato benone, Farage ha detto: “Se funziona, sarebbe magnifico vedere ingrossare le file dei cittadini al nostro fianco. Se riusciamo a trovare un accordo, potremmo divertirci a causare un sacco di guai a Bruxelles“. Beppe Grillo ha ribadito: “Siamo ribelli con una causa e combatteremo con il sorriso“. L’ipotesi è quella di un gruppo unitario al Parlamento Europeo.

Normalmente un leader, prima di intraprendere iniziative di questo rilievo politico, consulta gli organismi direttivi del suo partito. Nel M5S, che si dichiara un non-partito, direttivi non ce n’è: ci sono Grillo e Casaleggio, ci sono gli eletti (parlamentari, sindaci etc.) e poi c’è “la rete”.

Se la decisione non è maturata tra gli eletti (che su Farage sono spaccati), né con una consultazione in rete, è verosimile che Grillo e Casaleggio abbiano deciso tutto quanto da soli. E non è precisamente rassicurante che il consenso di più di 5 milioni di elettori costituisca un patrimonio esclusivo di due, che possono investirlo e disinvestirlo su chiunque o su qualunque cosa ritengano, scegliendo in assoluta libertà modi, tempi e contenuti delle intese.

L’Ukip di Farage nasce da una costola del Partito Conservatore. E’ una formazione antieuropea, nazionalista, xenofoba e di destra. Magari non tanto di destra quanto il Front National di Marine Le Pen –con cui né Farage né Grillo intendono allearsi- ma l’area è quella: destra liberale.

Quindi in Europa il M5S, che ha sempre rifiutato accordi politici a livello nazionale, intende dialogare con la destra. Decisione non da poco, assunta autocraticamente, senza consultare nessuno. Dobbiamo forse aspettarci che il M5S finisca per scindersi tra un’ala destra e un’ala sinistra?

P.S. Una domanda-corollario che riguarda la lista Tsipras: creando non pochi malumori tra i militanti, Barbara Spinelli, tra i fondatori della lista e neo-eletta al Parlamento Europeo (avrebbe dovuto dimettersi per lasciare posto al primo dei non eletti, ma per ora non lo ha fatto) ha più volte ribadito la sua intenzione di dialogare con i 5 Stelle. Anche con questi 5 Stelle, amici di Farage?