Anche i padri soffrono di depressione post-partum: uno su cinque sperimenta almeno un episodio di depressione soprattutto nel primo anno di vita del bambino. Le madri comunque restano le piu’ a rischio: una su tre. Lo afferma uno studio del Medical research Council di Londra secondo cui il rischio persiste per entrambi i genitori fino a che il bambino non abbia compiuto i 12 anni d’eta’.
Il periodo peggiore e’ il primo anno
: il 13.93 per cento delle madri e il 3.56 dei padri fa esperienza di depressione. Tra i fattori che possono aumentare il rischio, condizioni di particolare disagio, come quelle dei baby-genitori o di coloro che hanno pochi sostegni economici e sociali.

Certo, se uno non ha soldi, è senza lavoro, è solo e non ha una rete familiare o relazionale su cui contare, che si deprima è il minimo. Inutile stare a misurare i livelli di serotonina e di dopamina e bombarsi di farmaci. E tuttavia il primo anno di vita di un bambino -fatica bestiale- è la meraviglia più assoluta. Niente di meno deprimente, una bomba di vita. A meno che uno non regga proprio le responsabilità, e cerchi di scansarle in ogni modo. A meno che non voglia continuare a essere lui, in esclusiva, il bambino, e non si rassegni a crescere.

Se si trattasse di mio figlio non starei tanto a compiangerlo. Grinta, ragazzo! gli direi. Vai, e lotta, e ama tuo figlio, e giocaci insieme. Eventualmente un terapeutico calcio nel sedere, meglio se assestato dal padre: cose tra uomini. Mi scuso per la voluta rozzezza, ma funziona. Ci manca solo la medicalizzazione dell’immaturità.