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maria grazia guida

Donne e Uomini, Politica Agosto 31, 2011

Ma io quel velo non l'avrei messo

la vicesindaca di milano alla festa di chiusura del ramadan

Conosco la vicesindaca di Milano Maria Grazia Guida, abbiamo condotto insieme la “battaglia” per la nuova giunta. Conosco anche il suo grande impegno per il dialogo e la convivenza, e ho apprezzato che abbia voluto presenziare -una prima volta, da parte delle istituzione cittadine- alla festa di chiusura del Ramadan, celebrazione sentitissima e partecipatissima da parte dei musulmani di tutto il mondo (ogni anno sulla mia spiaggia partecipo indirettamente ospitando sotto l’ombrellone alcuni amici venditori senegalesi smagriti che crollano per l’inedia e l’arsura).

E non condivido il disappunto dell’opposizione per il fatto che la vicesindaca abbia coperto il capo con un velo: in particolare non condivido i toni di questo disappunto (“una carnevalata” e così via). Eppure io quel velo non l’avrei messo.

Partecipare a quella festa, che coinvolge decine di migliaia di cittadini milanesi, è un gesto già molto significativo: parla di accoglienza, di amicizia, di dialogo tra differenze (Maria Grazia è profondamente cattolica). Ma tra le differenze da rispettare c’è anche la propria: e la nostra cultura non prevede che le donne debbano coprire il capo con il velo. Quel foulard, in alcune tradizioni, scende a coprire tutto il corpo, o addirittura a nascondere il viso, diventando una prigione di seta o di rayon. Dice, in buona sostanza, che il corpo femminile è impudico in sé, causa di grave disordine morale e spirituale per gli uomini, e che una donna “onorata” può mostrarsi integralmente soltanto a suo marito e agli uomini di casa. Quel foulard, insomma, è un segno molto ambiguo, poiché allude inequivocabilmente alla sottomissione femminile a un ordine simbolico patriarcale. E una donna occidentale, che è lì a rappresentare le istituzioni, i cittadini e le cittadine, dovrebbe maneggiare quel segno con estrema cautela. Penso, per esempio, alle molte ragazzine musulmane di seconda o terza generazione, che magari devono lottare con la loro famiglia per non coprirsi il capo (o peggio, per fidanzarsi con un non-musulmano: ci sono stae tragedie indimenticabili, come quella di Hina): che la vicesindaca si sia coperta il capo, dando valore a quel gesto, potrebbe non aiutare la loro battaglia di libertà.

Quando vai nei paesi musulmani, come capita a molte giornaliste, non c’è storia: il foulard lo devi mettere, sarebbe un inutile dispendio di energie cercare di evitarlo. Ma qui è un altro conto, anche se la festa era la “loro”. La vicesindaca senza velo avrebbe significato che la città rispetta e garantisce il credo e le tradizioni di tutti i cittadini senza distinzione, ma cominciando dal rispetto della propria tradizione e di se stessa. Le donne di questa città sono libere di velarsi (entro certi limiti, io credo: il viso non dovrebbe essere mai coperto, e non tanto per ragioni di pubblica sicurezza, quanto per il messaggio di violenta oppressione che un corpo umano integralmente velato può veicolare) ma poiché Maria Grazia e la gran parte delle milanesi il velo non lo indossa, questa scelta e questa libertà andavano serenamente e orgogliosamente rappresentate. Come a dire: io sono qui, ma per come sono, secondo la mia verità e la mia libertà.

 

 

Donne e Uomini, Politica Giugno 10, 2011

FIDUCIA!

27 maggio 2011, l'arcobaleno beneaugurante su Milano

Se la giunta milanese è questa, lo sapremo ufficialmente oggi, siamo a cavallo. Hanno lavorato fino alle 3 di stanotte. E ora il laboratorio Milano può partire davvero.

Maria Grazia Guida vicesindaco con delega all’Istruzione.

Bruno Tabacci al Bilancio.

Stefano Boeri alla Cultura con delega all’Expo, Moda e Design.

In Giunta il cattolico del Pd Marco Granelli.

Al giovane del Pd Pierfrancesco Maran Ambiente e Mobilità.

Al Welfare il capogruppo uscente Pierfrancesco Majorino.

La direttrice del carcere di Bollate, Lucia Castellano si occuperà di Sicurezza.

Tra le new entry Chiara Bisconti, dirigente delle Risorse umane della San Pellegrino, che si occuperà di Benessere. 

Franco D’Alfonso, coordinatore della lista “Milano civica”, alle Attività produttive.

La giovane funzionaria Cgil vicina a Sel Cristina Tajani al Lavoro.

Per Sinistra Ecologia e Libertà anche il Decentramento che va a Daniela Benelli.

L’avvocato Ada Lucia De Cesaris, presidente del collegio dei Garanti del Comune, all’Urbanistica.

Alla Federazione della Sinistra andrà molto probabilmente la presidenza dell’aula di Palazzo Marino (con il decano dei consiglieri, Basilio Rizzo)

Molte donne in giunta, come promesso, e donne capaci (e adesso tutti quelli e tutte quelle che mi hanno detestata per aver rotto l’anima a Pisapia sul 50/50 vengano a Canossa: pardon, nota personale).

L’età media si è decisamente abbassata. La necessaria mediazione con i partiti non è andata a scapito delle competenze. Insomma, c’è motivo di avere molta fiducia. Fiducia, fiducia, fiducia! Stiamo attorno alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, tutte e tutti pronti a dare loro una mano.

Un vivissimo buon lavoro a tutti, ma permettetemi di abbracciare in particolare Maria Grazia Guida, Stefano Boeri, Lucia Castellano, Chiara Bisconti, e i due Pier! Vi voglio bene!

eccole/i qui!

Donne e Uomini, Politica Maggio 2, 2011

COME VOTERO'

Vi ho mai nascosto nulla? Vi ho detto come si vota, vi ho parlato perfino del voto disgiunto, e mica tutti l’hanno apprezzato. E ora vi dirò in tutta sincerità e a grandi linee anche come voterò il 15-16 maggio alle prossime elezioni amministrative milanesi.

Ma intanto voglio dirvi che sono veramente arrabbiata: con la doppia preferenza di genere il problema sarebbe risolto, per ogni preferenza espressa per un uomo, una obbligatoria per una donna, e viceversa. Una forzatura transitoria, per assestare un colpo alla nostra democrazia vecchia e machista. Non sarebbe il rimedio definitivo –le questioni sono molto più complesse- ma funzionerebbe: un po’ come quando si dava una botta alla vecchia tv, e quella miracolosamente si risintonizzava.

E invece, in mancanza di vere affirmative action –non basta mettere tante donne nelle liste, si tratta di eleggerle– almeno noi elettrici (e chi se no?) dovremmo preferire una candidata. Dovremmo farci attivamente carico della questione. Sono arrabbiata perché vorrei sentirmi libera di esprimere la preferenza per una donna o per un uomo, se mi andasse: e ci mancherebbe.

Fuori dai denti, io esprimerei volentieri una preferenza per Stefano Boeri, capolista del Pd (www.stefanoboeri.it/). Mi ritrovo nella sua visione, nel suo pragmatismo e nella sua generosità, che ho visto e vedo da vicino: sconfitto alle primarie, non ha mollato, come invece hanno fatto altri, e ha tenuto fede all’impegno di lavorare per il candidato sindaco eletto. E’ un professionista affermato e non ha alcun bisogno di sedere in consiglio comunale, ma ha voluto dare corso alla sua passione politica. Ha uso di mondo, come si dice, proprio in forza della sua professione. Ha relazioni internazionali. Sa muoversi bene in ambienti diversi, dal mondo delle professioni e dell’impresa a quello dei “nuovi milanesi”, e gli piace connetterli. Sa quanto conta la bellezza e qual è il suo valore politico. Spera di poter contribuire al rinnovamento del Pd, e anche a me pare una buona scommessa, non solo cittadina. Sa dialogare efficacemente con tutti quelli che vogliono il cambiamento, anche fuori dallo schieramento di centrosinistra, e dà il giusto valore all’antica tradizione riformista ambrosiana: potrà essere in prima fila e garante del dialogo necessario con tutte quelle forze, comprese quelle che per un certo periodo hanno sostenuto Letizia Moratti e Berlusconi, che si dimostreranno realmente interessate a voltare pagina in città. Nei prossimi anni ci sarà da lavorare su Expo e lui se ne è già occupato direttamente. E infine, Stefano sa ascoltare le donne, ha assunto sinceramente e attivamente la questione della democrazia dimezzata, e “autolesionisticamente” dà una mano a tutte le candidate della sua lista, anche se è molto importante che prenda molte, moltissime preferenze per dare corso ai suoi progetti (dilemma, casino, tragedia…)

Qui vi indico anche, tra le molte -e mi scusino tanto le altre, vorrei poterle aiutare tutte- tre candidate che conosco, tutte nella lista Pd: Maria Grazia Guida (http://www.comunalimilano2011.it/users/viewprofile/453/elections), ai vertici della Casa della Carità insieme a Don Virginio Colmegna, rappresentante di un cattolicesimo attivo e solidale che oggi sta lavorando in particolare sull’integrazione e sulle nuove povertà; Marilisa D’Amico (www.marilisadamico.it/) costituzionalista attenta al discorso dei diritti, con particolare riferimento ai diritti delle donne, ha lavorato tra l’altro sulla legge 40 sulla fecondazione assistita; Maria Rosaria Iardino ((http://npsitalia.net/article1192.html) impegnata nel mondo gay e nell’aiuto delle persone HIV-positive. Nei rispettivi siti web troverete informazioni dettagliate.

Ma se io fossi un’elettrice di destra –e qui ne elettori di destra abbiamo, ci mancherebbe altro-, una dei tanti che “a destra, ma un voto alla Moratti e Berlusconi neanche morti”, darei la mia preferenza a Barbara Ciabò (www.barbaraciabo.it/) pasionaria del Nuovo Polo, donna disubbidiente e già scoperchiatrice di Affittopoli (io non la voterò, ma le auguro un’ottima performance).

Tutte e quattro le potrete conoscere, insieme ad altre, la sera di giovedì 5 maggio al Cicip&Ciciap di via Gorani 9, dalle 20.30. Ci sarò anch’io, vediamoci lì (maschi non veniteci, è una serata per sole donne, il Cicip è un locale separatista).

Credo che esprimere una preferenza –una sola, purtroppo- sia un modo per dare più efficacia al proprio voto. Quindi fate bene i vostri conti, interrogate le vostre dilaniate coscienze e scrivete un nome sulla scheda.

Incrociando le dita dell’altra mano, per favore.