Diversamente da quanto riportato da alcuni organi di stampa, Se Non Ora Quando (quanto meno, questo è l’orientamento del comitato promotore) non presenterà proprie liste civiche alle prossime elezioni (né proprie candidate alle primarie). Il che, naturalmente, non esclude che altre, singole o associazioni, pensino invece di farlo.

Il percorso in vista delle elezioni dovrebbe essere questo:

una supermobilitazione in autunno (modalità e date ancora da decidere) per sensibilizzare le donne sul tema della rappresentanza. Tema sul quale le italiane, inutile nascondersi dietro un dito, sono sempre state e restano molto tiepide. Mentre questioni come aborto e violenza -tristemente, i minimi vitali- coagulano interesse ed energie, la rappresentanza politica interessa solo una minoranza.

La mobilitazione potrebbe articolarsi in un’unica grande manifestazione nazionale o in più iniziative locali. La sfida è fare comprendere alle donne che senza una forte presenza femminile nelle istituzioni rappresentative, difficilmente i temi che stanno loro a cuore -dal macrotema lavoro-welfare ai temi “biopolitici”- diventeranno prioritari nelle agende.

Riportare la vita al primo posto, anche nella politica seconda: questo, a mio parere, è l’obiettivo che può unirci tutte, trasversalmente. L’altro obiettivo è il 50/50: non solo a livello di candidature, ma anche nelle squadre di governo. Su questo secondo obiettivo Snoq sembra piuttosto ferma: chiedere a tutti i partiti questo impegno, invitare a votare solo i partiti che promettono di mantenerlo.

Il resto -quali candidate, come sostenerle- è ancora in discussione, anche se l’orientamento sembra essere quello di non indicare formalmente dei nomi (informalmente è un altro conto).

Io la vedrei in questo modo: potrebbe essere utile che Snoq si ponesse come “agenzia” di consulenza, di informazione e di sostegno al desiderio di quelle che vorranno candidarsi, ancorché non “agenzia” esclusiva. E’ giusto che ognuna faccia riferimento ai suoi legami, alle sue relazioni politiche, ai suoi ambiti.

Potrebbe essere altresì utile che Snoq indicasse tra tutte le candidate, e in modo “soft”, per esempio con una lettera pubblica, quelle con un comprovato e non improvvisato legame con il movimento delle donne, che sui temi cari alle donne lavorano da tempo, e la cui storia testimonia un impegno costante che promette di continuare anche all’interno delle istituzioni rappresentative.

La -brutta- vicenda del CdA Rai ha avuto quanto meno il merito di evidenziare una forte doppia domanda da parte di moltissime: 1. che il merito, la competenza, l’autorità riconosciuta (vale per le donne quanto per gli uomini) contino sempre di più, e il familismo, le protezioni, le lobby maschili -donne di uomini- sempre di meno (vedi qui l’iniziativa Il rogo dei curricula) ; che quelle che vanno siano in legame efficace con il movimento delle donne, e che questo legame dia senso prioritario al loro impegno: in questo Paese machista è una priorità assoluta.

Stiamo a vedere.