So che sto per dire una cosa impopolare, ma a me Daniela Santanché è simpatica. Non condivido nulla di lei -quello che dice, come lo dice, e anche i suoi eccessi chirurgici– eppure mi è simpatica. Mi diverte la sua totale mancanza di automoderazione, il suo rompicoglionismo, il suo protagonismo, e il fatto che dalla sua faccia trapela quello che pensa.

L’altro giorno, mentre venivo bersagliata di pomodori dai liberi servi del Capranica, lei era in prima fila. Mentre dicevo le mie cose la guardavo, e lei ascoltava con attenzione, annuiva -forse malgrado se stessa-. Sorrideva, e non beffardamente. Quando per esempio ho detto che le milanesi hanno mollato Silvio Berlusconi esattamente come ha fatto sua moglie, che la bulimia sessuale del premier è un problema, che la misoginia di Letizia Moratti è stata colossale errore, che il berlusconismo è finito, lei, che oltretutto è di Milano, era d’accordo con me. Sarei pronta a giurarlo, anche se poi, salita a sua volta sul palco, mi ha massacrato.

Oggi leggo sui giornali le sue conversazioni intercettate con Flavio Briatore, e ne ho la certezza. La conversazione è di aprile, Briatore dice a Daniela che il premier ha cambiato villa, ma continua serenamente con i suoi bunga-bunga. In poche parole, è un sex-addicted. “Va be’, ma allora qua crolla tutto” dice lei. E ancora: “Io sono senza parole... Ma perché?”. E Briatore: “E’ malato, Dani! Il suo piacere è vedere queste qui, stanche, che vanno via da lui”. Eccetera. Il sottosegretario Daniela Santanché è sbigottita. Come tutte le altre donne di questo paese.

p.s: nelle intercettazioni si parla anche di Emilio Fede e di una certa sua “amica”, Manuela Zardo, a cui avrebbe comprato delle case. Ho conosciuto la signora Fede, Diana De Feo, signora di gran classe, colta, squisita ed elegante, ancora molto bella -e anche parecchio agiata di suo-. Ma perché diavolo non lo molla, mi domando…