anna maria tarantino

anna maria tarantino

A Roma Leopoldo Ferrucci,  autotrasportatore, ha ucciso Anna Maria Tarantino, bancaria e giornalista, perché lei l’aveva respinto. Non si capisce perché lei non avrebbe dovuto farlo, e come mai lui non aveva messo nel conto questa possibilità. Lei gli aveva chiesto solo di aiutarla a trasportare dei mobili. Lui fantasticava di poterla avere. Al rifiuto di lei, che si presentava come molto probabile, lui l’ha ammazzata a mani nude.

Ho visto molte volte la rabbia maschile per un rifiuto, mio o di altre. Uomini civilissimi che non sono poi passati alle vie di fatto, ma non hanno nascosto il sentimento violento che li attraversava. Per esempio ricordo un mio notissimo collega determinato ad avere una comune amica. Lei era molto gentile e affettuosa con lui, ma fermamente indisponibile. Lui non l’ha picchiata né uccisa, ma il moto rabbioso gli faceva vibrare la gola e gli deformava i lineamenti.

Per noi donne è molto difficile capire questo scatenamento di aggressività, e più in generale le dinamiche della sessualità maschile. Io ho provato a figurarmi il mistero in questo modo: che se una donna respinta si sente come una casa vuota, ma in ogni caso dimora per se stessa, un uomo respinto si sente ostracizzato, esiliato, abissalmente solo. Non comprendo se la grande difficoltà ad accettare il rifiuto vada ricondotta a ragioni storiche e culturali (il corpo ancora caldo del patriarcato, la novità del ripudio femminile), o a una biologia irriducibile.