Chiedo scusa se tiro in ballo la casalinga di Voghera, che stamattina sarà lì a cucinare –come me, del resto, a breve- e che non ha nessuna voglia di parlare di politica. Ma sono certa che mentre soffrigge, impana e rimesta, se le dici Letta lei pensa Imu, Tares, Tarsu, Tasi, Iuc, e si domanda com’è il fatto che se ne sta parlando da un annetto (senza contare i preliminari) e non se ne viene a una. E si chiede come mai il Presidente del Consiglio non prenda per la collottola i responsabili di questa pochade e non li accompagni alla porta, eventualmente insieme a quelle che telefonano agli amici pregiudicati, a quegli altri che danno l’aumento agli insegnanti e poi glielo vogliono togliere, e a quelle che ci hanno lo zio con il bar.

E se per poi caso le dici “Renzi”, a lei o al taxista che l’altro giorno mi diceva: “Visto? è come gli altri: anche lui solo chiacchiere, avrai un bel daffare a spiegarle che Renzi è solo segretario di partito, che al momento non ha responsabilità governative, che può giusto fare da badante su questioni come le slot machine e i decreti salva-amici. Perché lei, come il taxista, è convinta che Renzi sia già “il capo di tutto”, inutile che ce la raccontiamo. L’ha visto trionfatore in tv e ora vuole che faccia, e alla svelta. E se nei prossimi mesi non capiterà niente di buono, sarà anche o forse soprattutto colpa sua. Non possiamo pretendere che la gente, con la vita che fa, abbia voglia di leggere tra le righe.

L’orologio biologico di Matteo Renzi ticchetta velocissimo, anche l’Europa taglia corto rivolgendosi a lui come se fosse già il premier, per questo è difficile credere che non scalpiti e possa permettersi di aspettare il 2015, come continua ad assicurare.

Più che altro, Renzi a parte, non possiamo permettercelo noi.

Legge elettorale e poi al voto.