Non ricordo chi l’ha detto: “L’Occidente è il Terzo Mondo delle relazioni”. Un teologo missionario, se non ricordo male. Ma mi batte in testa da anni, forse ve ne avevo anche già parlato.

E’ questo, la solitudine, la fragilità della famiglia, il dissolvimento della comunità, a costituire la nostra povertà più radicale. E’ la vera paura di ogni madre e di ogni padre, che il proprio figlio, così spesso unico, rimanga solo. Lo temiamo anche per noi stessi, di restare soli, circondati dal mare cupo dell’indifferenza. Della risorsa relazionale, invece, quello che chiamiamo Terzo o Quarto Mondo è ben più ricco di noi (con tutte le luci e le ombre).

Cosicché, come in un gioco di bambini –“celo”, “manca”, si dice dalle mie parti- si potrebbe immaginare uno scambio: noi vi diamo un po’ di risorse economiche e materiali, o anche ve ne rubiamo un po’ meno. Voi ci re-insegnate il bene della relazione. Voi imparate a rispettare di più persona all’interno del gruppo, noi disimpariamo un po’ di “individuo”. E così via. I giochi dei bambini sono cose serie. C’è sempre da imparare anche da loro. In questa logica di scambio forse si trova la chiave per prepararsi al giro di boa epocale che ancora in troppi pensano di poter evitare, o quanto meno rimandare.

La Terra non ce la fa più. Non ci sostiene più. Non è più in grado di sopportare lo squilibrio tra l’inumano egoismo di pochi e la disperazione dei moltissimi, dei sempre di più. E chiede a noi, parte di quei pochi –ancora per poco- di restituire risorse materiali, intellettuali e spirituali accumulate, per investirle nella ricerca di un nuovo punto di equilibrio. Ci chiede, questo è certo, di rinunciare a una parte considerevole dei nostri privilegi. Ma il desiderio di guadagno, di stare sempre meglio, è essenzialmente umano, e non va condannato.

Anche la rinuncia cristiana è praticata in cambio di un bene più grande, la benevolenza di Dio. Il bene più grande in nome del quale rinunciare, qui, non potrebbe che consistere in questa risorsa a costo zero, fonte rinnovabile di energia, che è l’amore per gli altri, che è la gioia delle relazioni e dei legami. E nella libertà di potersi sottrarre al dominio crudele del denaro. E insieme, forse, anche nel poter ancora sperare nella benevolenza di Dio.

Il cambio, mi pare, sarebbe vantaggioso.