francesca izzo

Mi scrive Francesca Izzo, comitato promotore di Se Non Ora Quando:

Anche se in ritardo vorrei fare qualche considerazione sulla vicenda Puppato e sulla presunta sconfitta di tutte le donne, come sostiene Marina Terragni. Io ho dato la mia firma per consentire la candidatura di Laura Puppato pur dichiarando che alle primarie non l’avrei votata, perchè voglio che il mio voto pesi sugli esiti rilevantissimi del confronto in atto nel centrosinistra e non solo. Invece il modo come è partita la sua candidatura che, conviene ricordarlo, è alla premiership, vale a dire un modo che non tira in ballo nessuna questione vitale per gli sviluppi politici ed istituzionali dell’Italia di per sè, a mio parere, la condannava alla irrilevanza e con lei condannava alla marginalità e alla irrilevanza le donne. Per questo non è un bene farne una bandiera delle donne. Se si dice che si tratta di una questione simbolica si dice qualcosa che ci fa fare un passo indietro gigantesco perchè noi, almeno noi di Snoq, abbiamo parlato di governo delle donne non di testimonianze simboliche. Per rendere più chiaro quel che intendo dire facciamo l’ipotesi che Laura Puppato si fosse candidata sollevando la questione del rinnovamento delle classi dirigenti italiane, del cambio delle politiche, dell’innovazione programmatica facendo perno sulle donne e rivolgendosi esplicitamente alle donne, allora sì che saremmo state chiamate tutte a rispondere, positivamente o negativamente non importa, ma comunque chiamate in causa tutte a sinistra come a destra, facendo forse saltare lo stesso recinto delle primarie del centro sinistra. Ma questo non è stato il tratto distintivo della sua candidatura, ha cominciato a sottolineare il fatto di essere una donna e si è rivolta alle donne solo per denunciare il silenzio che circondava la sua candidatura. Ancora una volta associando all’essere donna un dato di marginalità e di debolezza che noi tutte vogliamo a tutti costi scrollarci di dosso. Per questo dico che la tesi di Terragni è inutilmente autolesionistica“.

Così le rispondo:

Cara Francesca, Puppato come tu la descrivi io non la riconosco. Da lei, ben più che dagli altri candidati, non ho sentito che parlare di contenuti programmatici, di lavoro, di ambiente, di sviluppo, di welfare, e anche di temi di pertinenza più strettamente femminile, diciamo così, come la violenza e la 194. Quando l’hanno fatta parlare, s’intende, perché l’oscuramento è stato e continua a essere feroce, e da voi del comitato promotore mi sarei aspettata una rapida presa di posizione su questo (che invece è arrivata solo ieri sera, a raccolta firme praticamente chiusa: a me pare che a questo punto forse sarebbe stato meglio evitare).

Laura Puppato è stata un’ottima amministratrice a Montebelluna, come riconosciuto perfino da Grillo che malgrado lei l’ha nominata “sindaca a 5 stelle”, ha governato insieme ai suoi cittadini, ha lavorato molto sulle politiche familiari ed è stata premiata per questo, ha trovato una soluzione per dare casa ai giovani, ha applicato il protocollo di Kyoto senza aspettare il resto del Paese, ha lavorato intensamente sul territorio, e i cittadini ne hanno fatto una Mrs Preferenze: consenso conquistato sul campo che il Pd non ha potuto ignorare, anche se ci ha provato. Puppato ha anche introdotto autonomamente in Regione Veneto una norma che obbliga al 50/50 nelle liste, pena la decadenza (avrebbe voluto la doppia preferenza di genere, ma non ce l’ha fatta). Tu dici che non ha parlato di rinnovamento? Sei molto male informata: Puppato chiede primarie anche per le candidature. E che non ha fatto riferimento alle donne? Sbagli pure qui.

Diversamente da molte di noi, non è “nativa femminista”, ma la sua candidatura nasce dal legame con altre, a cominciare da Concita De Gregorio che l’ha convinta a buttarsi. Immediatamente ha cercato legami con molte tra noi, per esempio con me, e nel vostro comitato con Alessandra Bocchetti, Lidia Ravera, Lunetta Savino, e con molte altre (magari non con le donne del Pd, il cui abbraccio, come ho dovuto più volte constatare, potrebbe essere mortale).

“L’irrilevanza politica”a cui tu la condanni preventivamente è smentita dal fatto che pur nelle note condizioni di oscuramento, i consensi per lei (che i sondaggi indicano come “altri”, e mai con nome e cognome) sono al 4 per cento, percentuale miracolosa che può solo crescere, e crescerà tanto più quanto più verrà tenuta ai margini, perché la sua candidatura sta assumendo un colore “civico”. Del resto lei nasce come civica, pacifista e ambientalista, e questo tratto continua a segnarla profondamente.

Io credo che Se Non Ora Quando avrebbe dovuto salutare immediatamente e con gioia, coerentemente alla propria battaglia sulla rappresentanza femminile, un fatto storico, e cioè l’autocandidatura di una donna alla premierhip, oltre a chiedere da subito condizioni di pari visibilità. E invece non l’ha fatto: farlo ieri sera in extremis è stato un vero autogoal (parlo del comitato promotore, molti comitati territoriali e molte singole si sono mossi, e secondo me hanno fatto molto bene). Così come dovrebbe salutare, io stessa l’ho fatto, la candidatura di Daniela Santanché per il centrodestra, nella logica trasversale che voi giustamente rivendicate.

Le donne del 13 febbraio, quelle che hanno reso storica quella piazza, le donne semplici che si sono mobilitate con slancio autentico, non capiscono e sono molto deluse: si chiedono come mai Se Non Ora Quando non abbia dato il via ai festeggiamenti che dicevo, così come si sono chieste, qualche mese fa, come mai Se Non Ora Quando non abbia sostenuto vigorosamente la candidatura di Lorella Zanardo alla Rai, posizione che le sembrava cucita addosso. Si chiedono anche, io stessa l’ho chiesto più volte ma non mi avete mai risposto, come si erano espressi a riguardo i comitati territoriali, fra i quali il nome di Zanardo risultava il più gettonato.

Si domandano se per caso Se Non Ora Quando non si faccia condizionare troppo dai partiti maschili, se non ne sia stato in qualche modo colonizzato, se non ne sia presidiato, e per quello che ho visto e sentito io il problema almeno in parte c’è, è serissimo, e rallenta le prese d’iniziativa.

Chi ha indetto il 13 febbraio si è assunta una grande e bellissima responsabilità, è titolare di un grandioso patrimonio politico che non va sperperato, e sono sicuro che ciò è lontanissimo dalle vostre intenzioni e dai vostri auspici.

p.s. mi scuso per eventuali svarioni, ma avevo fretta di risponderti

Aggiunta del 27 ottobre. ore 19.20

Ecco il programma di Laura Puppato.
A me piace moltissimo. Coincide in grande parte con quello che penso, dico e scrivo da anni.