Mentre voi qui sotto continuate nelle presentazioni, vi racconto questo. Che avvicinandosi l’8 marzo, non faccio che ricevere inviti a parlare di qua e di là, inviti che sono costretta a declinare tutti, salvo quello già concordati da mesi, perché quest’anno sono presa in un modo spaventoso. Devo dirvi che, a quanto sento, quest’anno va fortissimo il tema “le donne e il potere“. E stamattina, d’istinto, ho detto a una, seguendo l’onda di un’irritazione che qualcosa vorrà pur dire, che io di questo tema ne ho le scatole piene. Le donne sono dappertutto, e mi pare che di potere ne abbiano non poco. Io lavoro ovunque quasi esclusivamente con donne, in posizioni di tutto rispetto. Ieri sentivo alcuni signori con notevoli responsabilità manageriali dire che ormai si assumono solo donne, perché sono le più brave, le più scolarizzate eccetera. E’ vero, non ci sono donne nella politica, ma meno male, visto quello che è la politica. Oggi non ci sono soprattutto perché non interessa loro esserci, sapendo che in quei posti non combinerebbero niente di buono. Quanto all’economia, credo che sia solo questione di tempo, visto che il sistema -maschile- del neoliberismo è crollato, e da qualche parte dovranno pur venire idee alternative.

Insomma, io di donne e potere non ne voglio parlare. E neanche della retorica “forza delle donne“. Voglio parlare semmai degli uomini, che si defilano da ogni responsabilità. E voglio parlare della felicità. Dello stare bene al mondo senza esercizio di potere né applicazione di forza. Fatemi parlare di donne e felicità, e anche di amore. Le donne sono troppo distratte dall’amore, la qual cosa mi preoccupa molto.