COME VEDETE UNA PROPOSTA CHE E’ NATA COME MILANESE E’ DIVENTATA NAZIONALE

QUI LEGGERETE, IN SEQUENZA, UNA PROPOSTA INVIATA A GIULIANO PISAPIA, LA SUA RISPOSTA E LA NOSTRA REPLICA.

Al candidato sindaco per il centrosinistra Giuliano Pisapia

Le donne non sono una “questione”, né un problema sociale, né una minoranza da tutelare, ma la maggioranza della popolazione italiana.
Se vi è una “questione” nel nostro Paese è quella di una “politica” caparbiamente maschile e perciò parziale, oltre che sempre più scadente, a fronte di una società sempre più femminile.
Come osservano analisti nazionali e internazionali, tenere fuori le donne dai luoghi di decisione costituisce il principale freno allo sviluppo complessivo del nostro Paese.

Le donne sono già protagoniste del cambiamento di cui anche Milano ha bisogno, portatrici di quel desiderio di cui il rapporto Censis segnala la mancanza.

Al candidato sindaco per il centrosinistra Giuliano Pisapia chiediamo un tavolo “zero” della sua Officina: non sulle donne, ma sulla questione della politica maschile, per individuare strumenti e azioni atti a garantire a ogni livello quel “doppio sguardo” necessario a una città più felice, e a rimuovere ogni ostacolo posto alla presenza di donne capaci di rappresentarlo che desiderino lavorare nelle/con le istituzioni cittadine.

Marina Terragni,. Lorella Zanardo, Luisa Muraro, Maria Luisa Mello, Lilli Rampello, Sandra Bonfiglioli, Silvia Marastoni, Andrea Vitullo

(da Roma, Ritanna Armeni)

hanno inoltre già sottoscritto: Lucia Castellano, Maria Grazia Guida, Ivan Berni, Silvia Vegetti Finzi, Marisa Guarneri, Mauro Mercatanti, Paola Calvetti, Giovanni Petrini, Laura Lepetit, Arianna Censi, Maddalena Bregani, Silvia Brena, Riccarda Serri, Dario Cossutta, Monica Luchi, Elisabetta Berla, Seble Woldeghiorghis, Francesca Luchi, Annalisa Fattori, Donatella Proietti Cerquoni, Paola Domenichini, Patrizia Binda, Rina Atzori… in sostegno da Roma Fulvia Bandoli e Anna Paola Concia, da Genova Paola Tavella, da Mantova Annarosa Buttarelli.

E ancora: da Milano, Gisella Bassanini, Anna Soru, Clara Mantica, Sandra Cangemi, Silvia Elisa Costa (Alicetwain), Pietro Raitano, Massimo Acanfora. Da Bari, Antonella Masi e Cinzia De Marzo. Da Parma, Marco Deriu. Da Genova, Deborah Lucchetti e Annalisa Marinelli. Da Pesaro, Daniela Vincenzetti. Da Lucca, Donna Galletta. E molte altre/molti altri che qui non riesco per ora a nominare.

Si aggiungono Ilaria Baldini, la giornalista Alessandra Di Pietro, Enza Tolla da Potenza, la scrittrice Bianca Pitzorno.

E ancora: Silvia Marastoni

da Milano Daniela Padoan, Paola Mattioli, Bianca Bottero, Alessio Miceli, Donatella Zaccaria, Luana Testa, Antonella Nappi

da Cassinetta di Lugagnano Domenico Finiguerra
da Torino Bruna Peyrot, Beppe Pavan (Pinerolo)
da Genova Marina Cassani, Giulietta Ruggeri, Giovanni Russotto
da Roma Stefano Ciccone
da Napoli Giovanna Borrello
da Lecce Marisa Forcina
da Bari Centro di documentazione e cultura delle donne
da Siena Mariateresa Battaglino
MI RENDE PARTICOLARMENTE FELICE L’ADESIONE DELLA SCRITTRICE MICHELA MURGIA
E ancora da Roma: Maria Luisa Boccia,
e (due volte esterna, ma negli stessi guai) Paola Guerci, responsabile donne FLI del Lazio.
E Ginevra Bompiani, Corrado Levi, Federica Giardini da Roma.
E Silvana La Spina. Maria Mulas.
E Maria Palazzesi, Laura Iamurri, Maria Rosa Cutrufelli.
E Lidia Ravera, Luana Zanella.
Cini Boeri, Lella Costa e Sarah Grugnetti.
Antonella Cunico da Vicenza.
Luisa Finocchi, Anna Maria Crispino.
Chiara Dal Canto, Maria Grazia Verderame.
E Stefano Boeri, Maria Berrini.
E da Milano, Antonella Fachin; da Vicenza, Anna Faggi e l’Associazione Femminileplurale.

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19 GENNAIO.                            GIULIANO PISAPIA: TAVOLO ZERO? NO GRAZIE

Innanzitutto ringrazio le molte donne, singole o organizzate in gruppi e associazioni, che in questo periodo mi hanno fatto pervenire – di persona o via Internet – messaggi, osservazioni, suggerimenti in merito al metodo e ai contenuti che dovremo fare nostri nella preparazione del programma per Milano.

Proprio in seguito a queste riflessioni è stato modificato il quadro dei sottotemi da discutere nelle Officine per la Città.

E’ stato eliminato lo specifico riferimento “ai diritti delle Donne” e si è proposto un criterio generale di lavoro per tutta l’Officina: il contenuto prodotto da ogni gruppo tematico – proposte concrete e realizzabili per la città di Milano – dovrà necessariamente tenere in considerazione il principio della prospettiva di genere. In altre parole, così come scritto nell’ultima lettera che mi è pervenuta, il “doppio sguardo” deve essere trasversalmente presente alle  policisies e alle azioni che verranno proposte nei diversi gruppi di programma.

Significa, dunque, parlare di lavoro, di immigrazione, di cooperazione, di finanza ed economia, dei media e della cultura, di violenza, di relazioni internazionali, di sicurezza, ma anche di servizi, accessibilità, trasporti e mobilità tenendo conto che – e io ne sono pienamente convinto – o si cerca davvero di leggere problemi e soluzioni sapendo che il mondo, la società, la città è costituita da donne e uomini con realtà, bisogni e prospettive diverse, oppure si continuerà a disegnare una convivenza urbana monca; ma, in quanto monca, sensibile di fatto soprattutto, o esclusivamente, alla lettura di chi decide, e quindi degli uomini.

Sono assolutamente d’accordo che ci troviamo in  presenza di una democrazia dimezzata, tanto più a Milano. Di fatto – è vero – le donne, che studiano e lavorano (come e più degli uomini, e spesso meglio) non hanno la possibilità di esprimere concretamente e fattivamente la loro voce e il loro pensiero nonchè le loro qualità, competenze e professionalità, a partire prima di tutto dallo spazio della politica.

Per questo ribadisco quanto espresso fin dal primo momento di questa lunga campagna elettorale: il Comune – in tutte le sue espressioni istituzionali (amministrazione centrale, decentrate e aziende partecipate) – metterà al centro della sua strategia di intervento il tema del merito e della qualità per affrontare e superare il vulnus della democrazia dimezzata. Verrà fatto con la presenza di donne nei ruoli decisionali delle politiche fondamentali del governo comunale e nei consigli di amministrazione con deleghe esecutive delle aziende partecipate. Verrà fatto nel campo del politiche cittadine attraverso l’adozione del Bilancio di Genere e, più in generale, dell’analisi dell’impatto di genere delle politiche urbane.

Insomma, io penso che il Comune debba innanzitutto partire da se stesso per dare un esempio virtuoso per contribuire concretamente a cambiare una < “politica” caparbiamente maschile e perciò parziale>.

Per tutte queste ragioni conto su una ampia partecipazione di tutte voi al lavoro dell’Officina, a partire – ma non solo – dal tavolo che si occuperà del “Comune modello”. E’ proprio all’interno del’”Officina per Milano” che si potrà valutare la proposta, che personalmente condivido, di una sintesi del lavoro fatto nei vari tavoli da una prospettiva di genere in grado di garantire quel  “doppio sguardo” che anche voi auspicate.

Giuliano Pisapia

ED ECCO LA NOSTRA REPLICA: DOPPIO SGUARDO, NOI ANDIAMO AVANTI

Ringraziamo Giuliano Pisapia per la sua replica alla nostra lettera “

Il doppio sguardo per una città felice”.

Tuttavia, respingendo la nostra proposta di un “tavolo zero” sulla questione
maschile nella sua Officina, Pisapia ci conferma nella necessità di
proseguire nel nostro percorso.

Ci dispiace che Pisapia colga l’occasione per rispondere all’unisono alle
“molte donne, singole o organizzate in gruppi e associazioni” che gli hanno
fatto pervenire osservazioni e suggerimenti.
Noi non ci siamo elette/i a rappresentanti della “categoria” delle donne.
Siamo donne e uomini con nomi e cognomi che lo hanno interpellato con una
precisa proposta, diversa da altre.
Quel “doppio sguardo” che egli dice di assumere avrebbe dovuto applicarsi
già qui: nel non pensare le donne come “categoria” rappresentabile o come
“massa indistinta”; e nell’accogliere con fiducia pratiche e pensieri che la
politica maschile normalmente non conosce né accoglie.

Pisapia afferma infatti che oggi le donne non hanno “la possibilità di
esprimere concretamente e fattivamente la loro voce e il loro pensiero… a
partire prima di tutto dallo spazio della politica”. Accogliere la nostra
proposta nella sua differenza sarebbe stato praticare questa possibilità.

Il“doppio sguardo” era già qui.

Noi abbiamo affermato che il problema non è delle donne, ma della politica
maschile, che c’è una questione maschile. E’ la politica maschile, che in
questi giorni sta invadendo con violenza le nostre vite, a soffrire di
questa carenza, e ciò costituisce un problema per donne e uomini.
La democrazia non va solo completata (perché “dimezzata”) lasciando intatti
i suoi presupposti e “includendo” le donne. Va radicalmente cambiata. Il
“doppio sguardo” non può che partire da qui.
I temi dei gruppi di lavoro, le policieses e azioni che questi sono chiamati
a proporre vengono dopo, di conseguenza. Per questo lo abbiamo chiamato
“tavolo zero”.

La sensazione è dunque che il salto simbolico che abbiamo proposto a Pisapia
non sia stato compiuto. E che la logica dei “diritti delle donne”, cacciata
dalla porta, sia fatalmente destinata a rientrare dalla finestra. Gli
strumenti del bilancio e della valutazione d’impatto di genere, in cui
Pisapia mostra di riporre grande fiducia, non fanno che perpetuare l’idea
delle donne come “categoria” e minoranza da tutelare.

Da questa interlocuzione usciamo perciò convinte/i dell’idea che di un
“tavolo zero” ci sia grande bisogno, fuori o dentro l’Officina. Un tavolo
già operativo nelle nostre riflessioni e nelle nostre pratiche, che in
questo frangente pre-elettorale lavorerà più intensamente per portare
innovazione e proposte al mercato della politica cittadina.

Marina Terragni, Lorella Zanardo, Lilli Rampello, Sandra Bonfiglioli,

Silvia Marastoni, Andrea Vitullo, Ritanna Armeni

VI TERREMO AL CORRENTE DELLE PROSSIME MOSSE.

E intanto eccoci qua: siamo tornate un punto di programma, come volevasi dimostrare! (ma ci hanno spostate tra i bambini e la religione…)

  1. Nuove famiglie e unioni civili
  2. Libertà di cura: dichiarazione di ultima volontà
  3. Disabilità: una citta accessibile
  4. Diritti di rappresentanza e partecipazione dei migranti
  5. Diritti dei bambini e delle bambine
  6. Diritti delle donne e democrazia paritaria
  7. Libertà religiosa e libertà di culto
  8. Diritti degli animali
  9. Immagini e stereotipi maschili e femminili