dopo le novità della giunta di Firenze, i pro-life tornano alla carica chiedendo l’istituzione della festa dei “santi non-nati”

E insomma, giusto a poche ore dalla chiusura della Leopolda il consiglio comunale di Firenze ha discusso e approvato la famosa delibera della giunta Renzi sul cimiterino dei feti a Trespiano, sulla quale molte associazioni di donne fiorentine, a cominciare da Snoq, tenevano da tempo accesi i riflettori (la delibera è stata tenuta chiusa per mesi nel cassetto: anche la tempistica per riproporla, l’immediato post-Leopolda, è suggestiva… un autogoal?).

Ma vediamo nel merito: la delibera è stata riproposta ripulita (e in senso non solo figurato) di quei passaggi splatter, là dove si parlava di sepoltura dei “prodotti abortivi e del concepimento”, evocando l’orrore: quel passaggio era stato accolto dall’esultanza del Movimento per la Vita e dei pro-life, e aveva addirittura scatenato macabri flash mob di gruppi dell’ultradestra contro i consultori (la storia qui).

Evidentemente si  è capito che la faccenda era una vera bomba, ed era meglio evitare. Inoltre non si parla più esplicitamente di un’area dedicata nel cimitero. Quindi, in buona sostanza, la lotta delle fiorentine e delle loro supporter esterne contro il cimiterino voluto da Renzi ha avuto un certo successo, evitando un precedente pericoloso che -specie nell’eventualità di una premiership Renzi- avrebbe dato il la all’istituzione di cimiterini analoghi in molte città. La delibera è passata con 30 voti a favore, 4 contrari e 7 non voti. A favore il Pd (tranne Francesco Ricci e Claudia Livi, non votanti), Idv e gruppo Noi per Matteo Renzi, contrari Ornella De Zordo (perUnaltracitta’), Tommaso Grassi (Sel) Marco Semplici e Massimo Sabatini (lista Galli).

Il passaggio del testo di regolamento cimiteriale che riguarda i feti definisce le dimensioni delle fosse (mi scuso), delle urne e dei “monumentini” e per il resto rinvia al decreto presidenziale in vigore da più di vent’anni che regola la materia: “Ferme restando le previsioni del piano di settore cimiteriale, in riferimento alle sepolture previste di cui all’art.7 del decreto del Presidente della Repubblica del 10/9/1990 e nel rispetto dell’art.50 lett.d, è confermata la prassi consolidata e vengno previste le seguenti dimensioni per gli spazi...“, eccetera.

Ma alcune ambiguità restano. La “prassi consolidata”, in realtà, spiega Tommaso Grassi di Sel che ha votato contro la delibera, “è che c’è nei fatti già un’area dedicata nel cimitero. Inoltre è ancora da capire se sia stata eliminata la planimetria allegata che individuava con chiarezza l’area nel cimitero di Trespiano”. Grassi spiega la sua contrarietà anche con il fatto che “regolamentando con una delibera le dimensioni delle fosse e le modalità della sepoltura, di fatto si istituzionalizza la questione. Dalla “prassi consolidata” si passa a un vero regolamento con un iter pubblico, il che significa di fatto conferire ai feti lo status di “cittadini morti”. Un simbolico pesante, che va a colpevolizzare le donne che decidono di interrompere la gravidanza”.

In effetti, essendoci già una legge che regola chiaramente la materia, non si comprende la necessità di un richiamo dettagliato in una delibera comunale: a che cosa serve ribadire? E’ un atto amministrativo, o un gesto politico-ideologico?  “Insomma” dice ancora Grassi “è un po’ come per l’Imu, che viene cancellata e poi reintrodotta con altri nomi. Anche qui sono sparite le parole che davano scandalo, ma la sostanza della questione è stata in buona parte salvaguardata“.

La delibera è stata difesa in aula da Stefania Saccardi, assessora ai Servizi Sociali e vicesindaca, legatissima a Matteo Renzi. Avvocata, cattolica,  già legale dell’Istituto Diocesano, Saccardi ha letto alcune lettere di padri e madri che desideravano seppellire il “loro” feto e ha spiegato che la questione non andava posta in termini ideologici.

Non è questione ideologica, in effetti. E’ questione di pelle. La legge 194 sull’aborto ormai è una legge di carta, sostanzialmente inapplicata in gran parte del territorio nazionale: la delibera Renzi, sia pure alleggerita, non va certo nel senso di migliorare le cose. Quando pensiamo a Renzi, pensiamo anche a questo Renzi.

E’ mezzo secolo che si combatte, e siamo ancora a questo punto.

P.S: Lo posto qui perchè la questione continua a tornare nel dibattito, quindi l’informazione ha bisogno di essere ribadita.  Domanda: se io voglio dare sepoltura a un feto, perché mai non ne avrei diritto? Risposta: il diritto a seppellire i feti di qualunque età gestazionale  è garantito da decenni da un decreto presidenziale: il dpr 10/09/90. Domanda: ci vogliono spazi appositi nei cimiteri -“giardini degli angeli” e simili- perché questo diritto possa essere esercitato? Risposta: no. In questi anni migliaia di feti sono stati sepolti in assenza di campi dedicati.

 

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aggiornamento ore 13.30: prime reazioni politiche. Questo è un altro candidato alla segreteria del Pd, Pippo Civati, che la vede molto diversamente. Vediamo se reagiranno anche gli altri due candidati.

aggiornamento di martedì 5 novembre, ore 20: interviene la Conferenza Nazionale delle Donne Pd

Sull’istituzione di un cosiddetto “cimitero dei feti” c’e’ stata una reazione giusta e netta di moltissime donne, del pd e non solo, sia quando a proporlo è stata una giunta di centrosinistra (come accadde a Firenze l’anno scorso), sia quando la proposta è venuta dal centrodestra (è il caso dell’allora vicesindaca di Roma Sveva Belviso). Ognuna di noi ha una propria sensibilita’ e compie le proprie scelte, ovviamente, ma in tante abbiamo letto l’istituzione di una vera e propria area dedicata come una provocazione lanciata alla legge 194.

Questo perche’ la legislazione italiana e’ abbastanza chiara. Il decreto 285 del 1990, che aggiorna il regolamento di polizia mortuaria fermo dal ’39, prevede, infatti, all’art 7, che: “A richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti anche prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane”. Prima la prassi prevedeva la possibilità di seppellire solo i feti dalle 20 alle 28 settimane, oggi invece, si possono tumulare anche “prodotti del concepimento” sotto la decima settimana e tutto ciò che, con la norma precedente, veniva automaticamente considerato “rifiuto sanitario speciale”. Quando la legge e’ cosi’ chiara non si comprende davvero ne’ l’esigenza di istituire un’area dedicata, ne’ tantomeno l’esigenza di ribadire questa possibilita’ in una delibera comunale.

Sappiamo bene che la legge 194 e’ stata negli anni costantemente osteggiata e messa in discussione e per questo, anche in Parlamento, ci stiamo battendo affinchè l’obiezione di coscienza non diventi un ostacolo ad un diritto di scelta ottenuto con una grande mobilitazione e tante battaglie, chiedendo un maggiore impegno della ministra e delle regioni per la piena applicazione della legge. C’e’ ovviamente bisogno di atti concreti e di risorse, ma e’ anche necessario un dibattito culturale e politico che non consenta passi indietro sul terreno del rispetto delle scelte delle donne.

 

aggiornamento di venerdì 8 novembre: i “pro-life” chiedono dimissioni
dell’assessora regionale Lidia Ravera perché contro il cimitero dei feti fiorentino: vedere qui.

Dai banchi dell’opposizione in regione Lazio, Francesco Storace presenterà una mozione per sfiduciare Ravera.

aggiornamento di domenica 10 novembre:

questo il testo della mozione respinta in Regione Toscana il 2 ottobre.

Contro, oltre al Pdl, il voto decisivo di 5 consiglieri Pd: renziani, fioroniani e uno ancora non si sa ( tutti ex-Margherita).
La mozione chiedeva misure per l’applicazione della legge 194. Eccola:

si chiedeva di “emanare atti che in forza delle responsabilità riconosciute alle Regioni stesse prevedano con effetto vincolante per tutte le strutture che applicano IVG:
assicurando i parametri di personale sanitario al fine di garantire la piena applicazione della legge 194, tutelando altresì le professionalità del personale non obiettore da non relegare esclusivamente ai servizi di IVG
• verificando presso gli Ordini provinciali dei Medici che istituiscano elenchi di medici obiettori e medici non obiettori, accessibili ai cittadini che ne facciano richiesta
• chiedendo che nei curricula per i concorsi ospedalieri venga esplicitata la posizione riguardo all’art. 9 della L. 194
• adempiendo ai compiti, di spettanza della Regione, di verificare che le ASL organizzino i servizi di controllo e garanzia del servizio anche attraverso la mobilità del personale obiettore così come previsto dall’art. 9 della L 194 e che organizzino i servizi di UO di ginecologia e ostetricia in modo che a medici obiettori e non obiettori sia assicurata la possibilità di svolgere tutti i compiti assistenziali
vincolando la scelta per un periodo di tempo di almeno 3 anni, analogamente a quanto avviene per le nuove assunzioni
• implementando le informazioni sul percorso per l’IVG in tutti i presidi sanitari e sui loro siti “.

Mozione respinta!

Aggiornamento mercoledì 13, ore 16.00: pubblicato il testo della delibera sul cimitero dei feti a Firenze. Lo trovate qui.