Il prossimo 3 luglio saranno 20 anni che Alexander Langer ci ha lasciati: ecco le sue parole sulla convivenza inter-etnica. Sembrano scritte oggi.

“La convivenza pluri-etnica sempre più apparterrà alla normalità. Ciò non vuol dire che sia facile o scontata. Non bastano retorica e volontarismo: occorre sviluppare una complessa arte della convivenza. La convivenza pluri-etnica può essere vissuta come arricchimento e opportunità piuttosto che come condanna: non servono prediche contro razzismo e intolleranza, ma esperienze e progetti positivi.

Più chiaramente ci separeremo, meglio ci capiremo: non hanno dato buona prova né le politiche di inclusione forzata, né di esclusione forzata. Bisogna offrire momenti di “intimità” etnica come di incontro e cooperazione inter-etnica. La convivenza offre e richiede molte possibilità di conoscenza reciproca… anche semplici inviti a pranzo o cena, forse momenti di preghiera o di meditazione comune. Dovremo accettare partiti etnici, associazioni etniche, club etnici, ma si dovranno valorizzare tutte le altre dimensioni della vita che non sono a carattere etnico. Permettere una certa osmosi tra comunità diverse e un riferimento plurimo da parte di soggetti “di confine” favorisce l’esistenza di “zone grigie”, a bassa definizione e disciplina etnica e quindi di più libero scambio. Servono mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera, “traditori della compattezza etnica”, ma non “transfughi”. Le piante pioniere della cultura della convivenza sono i gruppi misti inter-etnici”.

Qui  il testo integrale del “Tentativo di decalogo per convivenza inter-etnica”.