LETI

Sono veramente stupefatta per certe iniziative della sindaca Moratti. Come quella di imporre una specie di coprifuoco in via Padova. Che, dice, non è il Bronx, non è una banlieu -e infatti l’altro giorno è andata molto democraticamente in bocciofila, dove i vecchietti le hanno detto: “Sciura Moratti, l’è vegnuda a ciapà i voti?“- ma poi viene governata come se lo fosse.

L’ultima e poco luminosa idea che è venuta alla sindaca è quella di anticipare alle 22 l’orario di chiusura di kebab, take away, phone center. Perché non dellle pizzerie e dei ristoranti cinesi, non è chiaro. Una sorta di discriminazione commerciale che avrà l’effetto di incrudelire la convivenza tra etnie, anziché facilitarla. Inotre il fatto che ci siano negozi aperti la sera -mentre il centro è un angosciante deserto- è una delle cose che rende desiderabile abitare in via Padova, oltre ad aumentare la sicurezza: si cammina più volentieri dove ci sono negozi aperti, ci si sente più sicuri quando per la strada gira qualcuno. Mano morbida, viceversa, per quei proprietari di case -quasi esclusivamente italiani- che affittano in nero agli stranieri: multa da 500 euro e rischio di denuncia. Forse una minaccia di requisizione ed esproprio funzionerebbe meglio. Una buona metà dei problemi sarebbero risolti.

Non so come vengano certe idee alla nostra sindaca: in altre città, come nella Londra dell’East End, si è intrapresa la direzione opposta -incoraggiare e abbellire gli esercizi commerciali- e con successo. Don Piero, parroco di San Giovanni Crisostomo, soprattutto uno che vive lì, ha detto: “Ho la sensazione che questo spiegamento di forze, tra militari e polizia, renda la vita meno sicura, più impaurita“. Meno sicura, non saprei. Più angosciosa, senz’altro sì.