Tante donne, in queste ore, stanno constatando con rammarico di non avere raggiunto il numero necessario di firme per candidarsi alle primarie del Pd. La partita era ardua soprattutto nelle grandi circoscrizioni, come quella di Milano, dove in pochi giorni si dovevano mettere insieme ben 500 firme. Difficile per tutti, difficilissima per le donne.

Quanto appunto a Milano, da dove scrivo, che io sappia ci è riuscita solo Lia Quartapelle, giovane donna molto capace e con un cospicuo curriculum: e dunque, in bocca al lupo! Le altre sono rimaste al palo, e mi dispiace. Mi pare che siano molti territori le cose in cui le cose sono andate in questo modo.

I problemi che il Pd si trova quindi ad affrontare in queste ore sono principalmente tre:

1. assicurare un numero sufficiente di candidati alle primarie, donne e uomini, in quei territori in cui l’alto numero di firme da raccogliere ne ha sbarrati troppi

2. assicurare quel 33 per cento (o 40: sapete che non l’ho capito?) di candidature femminili deciso dalla direzione nazionale

3. fare in modo che i candidati alle primarie non siano solo o prevalentemente dirigenti, funzionari, amministratori del Pd, e consentire l’accesso alla cosiddetta “società civile” (prima o poi ci verrà un modo migliore di chiamarla) che dalla raccolta di firme è rimasta tagliata fuori.

Dunque le varie segreterie dovranno indicare altre/i candidate/i. Se posso, vorrei suggerire un metodo semplice, sano, comprensibile e apprezzato da tutti, e vecchio come l’ombrello, spesso invocato e raramente praticato: il MERITO. Il che consente di prendere due piccioni con una fava: dove si applicano trasparentemente criteri di competenza e di merito, le donne passano senza fatica.

Quindi, basare la scelta sui CURRICULA: chi sono, che cosa so, che cosa ho fatto, che cosa intendo fare, con quale progetto mi offro per entrare a far parte delle istituzioni rappresentative. Fatti, cose, circostanze e progetti indicati con precisione. Preferibilmente non solo carriere interne al Pd.

Così si fa un favore al partito, perchè poi, primarie o non primarie, si devono portare a casa i voti; si fa un favore ai cittadini, che saranno bel lieti di votare chi presenta, dopo gli anni bui degli arrampicatori e delle igieniste dentali, candidati capaci e competenti; soprattutto si fa il bene del Paese, di questa Italia “bene comune”, estremamente bisognosa di capacità, talenti, umanità al governo.

Fare largo al merito, farlo davvero.

P.S. : Apprendo in questo momento che a Milano è passata anche Simona Malpezzi. Complimenti!

PPS: Anche Teresa Cardona… lieta di fare questi aggiornamenti (sto parlando di Milano e provincia). Spero presto un elenco certo e completo.