Novità tecnologiche a parte, a quanto pare l’iPhone 5 aiuterà la crescita americana, spingendo il pil Usa fra lo 0,25 e lo 0,50 per cento nel quarto trimestre 2012. In soldoni, l’economia Usa dovrebbe cavarne 3,2 miliardi di dollari.

Tradotto: il genio di un uomo che non c’è più, Steve Jobs, e del suo staff, farà un gran bene all’economia del suo Paese. In un certo senso, gli americani saranno destinatari di una quota della sua eredità.

E noi? Che cosa fa un genio italiano -e ne produciamo molti, a quanto pare- quando scopre di essere un genio, o anche molto meno, un* di talento quando scopre di avere una buona idea? Semplice. Se ne va. E perché se ne va? Perché sa che i mediocri si coalizzeranno per tagliargli le gambe, che i raccomandati non gli lasceranno mai spazio, che la burocrazia lo farà stramazzare, che le tasse lo faranno asfissiare.

Tutto quello che abbiamo di buono -talento, idee, risorse intellettuali e materiali- se ne va. Oggi perfino la casa al figlio cerchi di comprarla a Berlino o a Dubai (anche perché ti costa meno).Via di qui.

Non c’è solo la fuga dei cervelli. C’è anche quella dei mezzi-cervelli. Ormai se ne vogliono andare tutti. In Gran Bretagna, in Australia. La fuga è generalizzata. Si scappa dall’Italia come da una nave che affonda. Una specie di diserzione di massa. Dovremmo stare qui tutti a remare insieme, e invece rimarranno i più vecchi, i più poveri, i più stanchi.

E io dico: “Tornate a bordo, cazzo!”. Ma capirai, finché lo dico io… Dovrebbe essere qualcun altro a dirlo: “Tornate a bordo, cazzo!”, perché sulla nave c’è bisogno di voi, e c’è pane per voi, e ai migliori fra voi sarà dato il timone, perché siano loro a decidere la rotta. E dare subito dimostrazione di questo, del fatto che non sono solo chiacchiere, e trovare le risorse che servono, invece di sperperarle orribilmente per foraggiare l’oligarchia politica.

Tornate a bordo, ragazzi. Non lasciateci.

 

 

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