Browsing Tag

piccola e media impresa

Donne e Uomini, esperienze, Politica, TEMPI MODERNI Marzo 3, 2012

Famiglia senza

"Rocco e i suoi fratelli", dalla mostra "Famiglia all'italiana". A Milano, Palazzo Reale

 

Si è aperta questa settimana a Milano, Palazzo Reale, la mostra “Famiglia all’italiana”: la sua evoluzione raccontata dalla immagini del nostro cinema, da “I bambini ci guardano” di Vittorio De Sica, al neorealismo, fino a”Quando la notte” di Cristina Comencini.

Insomma: che cos’è la famiglia, in questo Paese?

Quando era una ragazzina mi avevano assicurato che era “schizofrenogena” (Ronald D. Laing), e io ci avevo fermamente creduto, praticando la mia fede. L’avevo anche studiato all’università, se non sbaglio. Chi ha la mia età sa di che cosa sto parlando.

Poi ho visto tanti amici, gente come me, che quatti-quatti una famiglia se la sono fatta. Disertori. Traditori. Codardi.

Si sono messi insieme, hanno fatto dei figli, si sono sposati –e per una buona metà hanno divorziato-.

Alla fine ho ceduto anch’io. Ho la mia famiglia. Tanta fatica, quella sì, ma schizofrenia al momento non mi pare.

Oggi le cose sono diverse. Ma resta in sottofondo l’idea che la famiglia, se non schizofrenogena, sia un residuo del passato, un istituto arcaico a cui ci si rassegna giusto per evitare di restare soli.

Che sia qualcosa di antimoderno, un freno al progresso e alla maturità civile.

E’ un senso che ho sentito vagamente risuonare anche nelle parole della ministra Anna Maria Cancellieri, quando ha invitato i giovani a staccarsi “da mamma e papà” e a fare i bagagli.

Come se quell’attaccamento fosse una remora, un impedimento alla crescita, il nucleo di un’italianità d’antan che non vuole cedere al luminoso West dell’Individuo.

Il mio unico figlio non lo vorrei a Shanghai o in India o chissà dove, e mi sento quasi una disfattista. 

Bisogna che sulla famiglia ci mettiamo d’accordo, perché semmai oggi sono le politiche – o meglio, le non politiche- sulla famiglia a essere schizofrenogene.

Si piange, ad esempio, sulla denatalità. Ma se ti azzardi a fare un bambino sei quasi una luddista, una vera incosciente,

e se possono –e possono sempre di più- ti cacciano dal posto di lavoro.

Quanto a sostegni, aiuti, servizi: zero. Ma se il welfare non esiste, ci dovrà pure essere qualcosa che fa da rete di protezione: una famiglia? che cosa dite? Il cane si morde la coda.

Nel frattempo il 65.4 per cento degli italiani pensa che la famiglia sia la nostra struttura fondamentale (rapporto Censis 2011). Si può dargli torto? In mancanza d’altro almeno quel punto fermo, alla portata di tutti.

Puoi anche metterci su in caso di necessità, una di quelle piccole o medie imprese così importanti per la nostra economia,   

A giugno il Papa sarà a Milano per il Forum mondiale delle famiglie.

Anche per i non-cattolici potrebbe essere l’occasione per una riflessione sul tema.

Politica, TEMPI MODERNI Febbraio 6, 2012

Famiglione monotone

”Gli italiani sono fermi, come struttura mentale, al posto fisso, nella stessa città e magari accanto a mamma e papà, ma occorre fare un salto culturale”.

Lo ha detto il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri.

Insomma, detto in altre parole, ma la solfa è la stessa: siamo monotoni.

Ma questa fissità, questo legame, questi forti legami familiari -che sostituiscono, cara Ministra, il welfare-, sono necessariamente solo un male?

La nostra celebrata piccola e media e impresa non si radica proprio in questa fissità e in questa tenuta della famiglia?

La famiglia è davvero una cosa arcaica che frena lo sviluppo?

Aggiungo stamattina a quello che ho scritto ieri sera:

a parte che -scopro anch’io- a quanto pare il nostro, dopo la Romania, è il Paese europeo che esporta più giovani,

vorrei che la Ministra ci dicesse, per esempio, un ragazzo o una ragazza con un lavoro precario, e magari un bambino o anche due, dove può andare se non ha entrate certe, e non ha nemmeno servizi a cui appoggiarsi (nidi)?

E in un’altra stagione della vita, come può allontanarsi dai vecchi genitori, sapendo che toccherà a lei (lui) occuparsene, quando ne avranno bisogno?