Browsing Tag

mariti

Donne e Uomini, esperienze, femminicidio Giugno 7, 2012

Come Jekyll e Hyde

Buffet a margine di una presentazione milanese.

Un’amica mi presenta una signora. Bella, elegante. Si chiacchiera, parliamo di figli. Lei ne ha due, maschi, un adolescente e uno sulla ventina. E’ separata, i ragazzi stanno con lei. Dice che sono molto prepotenti. La insultano, si “fanno sotto” fisicamente. “Il grande” mi dice “è un omone. Non riesco a tenerlo”. Si è separata dal marito per la sua prepotenza, e ora rischia di ritrovarsi sulla stessa barca.

Un’altra signora, professionista, anche lei ottima borghesia. Racconta qualcosa di simile. Figli, mariti con una faccia in piazza e una in casa: “Se lo dici non ti credono: ma come, un uomo così gentile, così raffinato, così corretto? Ragazzi così perbene, è un piacere averci a che fare?”.

Come Jekyll e Hyde. No, non lo diresti mai.

Non si arriva al dramma. Niente botte, niente occhi neri e ossa rotte. Che cosa fai, denunci tuo figlio perché ti insulta, perché ti odia, perché prende per i polsi e ti sbatte contro il muro? Ma il problema è molto diffuso, conferma Marisa Guarneri della Casa delle Donne maltrattate di Milano. Un tappeto di violenza “soft”, di violenza “minore” e invisibilissima, agita dai mariti e dai figli, specialmente con le madri separate. Il mondo non lo direbbe mai. Tiri avanti, al massimo ti becchi una gastrite o una depressione ansiosa, due pillole e la sistemi. Ma qualcosa si dovrebbe congegnare: gruppi di self help?

E’ un brutto momento. Crisi, frustrazione, rabbia. Per le donne è brutto il doppio. Ti tocca fare da valvola per tutto quello che non va, dai pagamenti che non arrivano all’assenza di prospettive.

E’ welfare pure questo, è un servizio alla società pure questo. Se la rabbia la sfogano con te, nel chiuso delle case, fuori ne circola meno.

 

 

Archivio Agosto 6, 2008

LA MAMMA DI SANT’AGOSTINO

Leggete e commentate liberamente il seguente brano:

“Allevata così nella pudicizia e nella temperanza… quando ebbe raggiunta l’età conveniente andò a marito, e lo servì come un padrone, studiandosi di guadagnarlo a te (Dio, ndr)… ne tollerò le infedeltà tanto di non farne mai motivo di litigio, ma attendeva la tua misericordia su lui…

In realtà egli era molto affettuoso, ma anche molto irascibile. Ella però aveva imparato a non opporsi alle sue sfuriate né con i fatti né con le parole: quando poi, sbollita la collera, lo vedeva quieto e ben disposto, gli spiegava i motivi della sua condotta, se le pareva che egli si fosse adirato troppo a torto.

Molte altre mogli, dai mariti meno furiosi, portavano sulla faccia sfigurata i segni delle percosse; parlando con le amiche, esse inveivano contro la condotta dei mariti, ed ella contro la loro lingua… E poiché esse, ben sapendo quale marito violento dovesse sopportare, si maravigliavano che non si era mai sentito né constatato che Patrizio (il marito, ndr) avesse battuto la moglie o che vi fosse stata un solo giorno domestica discussione tra loro e, in via di amicizia, gliene domandavano come fosse possibile, ella esponeva loro il suo metodo, quello che ho sopra ricordato.

Quelle che ne facevano la prova, dopo l’esperimento ne la ringraziavano; quelle che non volevano farla, continuavano a essere schiave e malmenate”.

da Sant’Agostino, “Le confessioni”.