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elezioni

Senza categoria Ottobre 29, 2012

E’ arrivato il freddo. Ed è arrivato Grillo

 

il trionfale tour di beppe grillo in sicilia. qui a catania

Sono solo exit poll, ma il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo sarebbe il primo partito a Palermo. Secondo le rilevazioni di PalermoReport.it e dell’emittente televisiva Trm il candidato governatore grillino Giancarlo Cancelleri otterrebbe oltre il 27 per cento. A seguire ci sarebbero Musumeci, Crocetta, Miccichè.

Accertato invece che quello dell’astensione è il primo enorme partito siciliano, al 52.58 per cento, ben oltre quanto previsto dai sondaggi che indicavano un 44-48 per cento di non votanti. Alla chiusura dei seggi si è recato alle urne il 47.42 per cento degli aventi diritto, pari a 2.203.885 elettori. Nel 2008 la percentuale fu del 66.68 per cento.

Quanto al boom di Grillo, vedremo a ore se l’exit poll sarà confermato, e com’è andata nel resto della Sicilia. Ma se è vero che Grillo ha stravinto, meglio non perdere tempo in analisi consolatorie tipo “la Sicilia fa caso a sé”. Non raccontiamoci balle. Se in Sicilia è andata così, al Nord potrebbe essere una valanga. Se Grillo ha vinto in Sicilia, stravincerà nel Paese: moltissimi salteranno sul carro del vincitore.

Insomma, la corda potrebbe essersi davvero spezzata, e il sistema dei partiti potrebbe essere sul punto di collassare.

In altre parole, una rivoluzione.

Aspettiamo, e vediamo.

Donne e Uomini, Politica Settembre 28, 2012

Eticamente sensibili: “cimiterini” e altre storie

matteo renzi e il cimitero dei feti

Pensavo ieri: un candidato a qualunque cosa, alle primarie, alle elezioni, può dire di tutto, può parlare di art. 18, di Imu, di patrimoniale, può sciorinare un programma in 10, 100, 1000 punti, ma fagli dire una sola parola su uno di quei temi detti “eticamente sensibili”e tutto il resto scompare.

Penso all’assemblea nazionale del Pd a luglio, finita tra gli stracci che volavano sul tema delle unioni gay. Alla giunta Pisapia a Milano, travagliata dal dibattito sulle coppie di fatto e scossa alle fondamenta dalle recenti dichiarazioni del sindaco, favorevole alle adozioni gay -benché questa non sia materia su cui un comune può autonomamente legiferare-.

Penso alla disinformatja su Laura Puppato, candidata alle primarie del centrosinistra, accusata di essere amica del Movimento per la Vita quando lei invece difende strenuamente la legge 194 e parla di ripristino dei consultori.

Penso a un altro candidato alle primarie, Matteo Renzi, che sul guscio dell’iPhone porta scritto “Obama”, faro dei suoi one-man-show in giro per l’Italia, ma poi vuole fare i cimiteri dei feti in stile Romney. E  non dei bambini nati morti, ma “di prodotti abortivi e di prodotti del concepimento“, con tanto di mini-lapidi e altri corredi. Scivolone che, se ben utilizzato dai suoi competitor, potrebbe costargli perfino più caro dell’endorsement di mezzo centrodestra, ultimo Dell’Utri, che lo ha addirittura definito un “gigante” (ma pare che da qualche giorno la norma sui cimiterini sia scomparsa dall’odg del comune di Firenze).

Potrei continuare a lungo. Mi domando come mai capita questo, e se è giusto che per la sorte di un candidato, e anche di una formazione politica, le questioni etiche e biopolitiche siano dirimenti.

 

 

 

Politica Settembre 20, 2012

Votare gente che non va ai party in maschera

Contemplando le immagini disgustose della Festa dei Maiali organizzata al Foro Italico dal vicecapogruppo Pdl in Regione Lazio Carlo De Romanis, rampollo di una famiglia di costruttori eletto nel listino bloccato di Renata Polverini (quindi senza sottoporsi al voto) grazie ai buoni auspici di Antonio Tajani, e in attesa che la governatora invece di continuare a minacciare e strillare e a sentirsi poco bene si dimetta davvero, come capiterebbe in qualunque Paese mediamente civile, mi verrebbe da dire questo.

Che potendo scegliere i-le nostri-e rappresentanti -e non potremo farlo, a quanto pare, in sprezzo a quello che è il principio cardine di quella che viene definita democrazia, dovremo mandare giù un’altra volta il boccone amaro delle liste bloccate, se ci piace è così, se no stiamocene pure a casa: e allora non democrazia per non democrazia teniamoci il professor Monti, almeno siamo certi che, oltre a parlare un inglese fluente e ad avere studiato non parteciperà a orge travestito da centurione romano- ecco, potendo scegliere i-le nostri-e rappresentanti io terrei ben presente un fatto: che i-le candidati-e mostrino, nella loro vita, di non tenere in particolare conto la ricchezza materiale, che ostentino anzi un certo sprezzo per l’eccesso di soldi e le inevitabili degenerazioni che ne conseguono. E non uno sprezzo dell’ultimo minuto, ma testimoniato da tutta la loro esistenza. Che abbiano sempre vissuto in modo sobrio, senza ostentazioni, senza coste Smeralde, party, frequentazioni imbarazzanti, Isole dei Famosi e tutta quanta la fuffa che ci è toccato subire come modello di successful way of life per una ventina d’anni. Che da questo circo siano stati sempre fuori, e che diano garanzia che per loro la politica è furente amor mundi, e non un modo per fare più proficuamente  affari o per entrare nei giri che contano o per rubare o per conquistarsi uno stipendio con relativi benefit e vitalizi.

E perfino questo non è una garanzia, perché tanti sono partiti così, nella sobrietà e nell’impegno, e sono finiti con le ville e le crociere e gli elicotteri, tipo il governatore della Lombardia. E’ molto facile perdere la testa, a quanto pare.

Ecco, potendo scegliere, e non potrò farlo, e allora non so se ce la farò a votare chi non mi permette di esercitare un mio fondamentale diritto, io terrei ben presente questo criterio.

esperienze, Politica Settembre 6, 2012

Il lievito madre, la politica e la 47esima ora

Avete mai provato a fare il lievito madre, o pasta madre (wild yeast)? (ottimerrimo per fare pane e pizza, il sapore è completamente diverso). Be’, provateci. Ognun* ha la sua ricetta, anche online ne trovate tante. Una volta che vi è riuscito, è una creatura vivente in eterno, basta dedicargli un minimo di attenzione e “rinfrescarlo” di tanto in tanto. Girano paste madri vecchie di un secolo, preziose come un gran vino, impastate da generazioni di donne, e ancora arzillissime!

Lo dico perché fare il lievito madre è una lezione, devi avere una grande pazienza e una grande fiducia, è come se lui lo sentisse se non ci credi abbastanza. Acqua, farina (e un po’ di miele, secondo alcune ricette9, non è che serva chissà che cosa, ma pazienza, cura e fiducia sono gli ingredienti principali, se mancano puoi darti tranquillamente per vinta.

Gli dai un’occhiata di tanto in tanto, ti pare che non succeda nulla, l’impasto resta fermo, immobile, non fa una bolla. Ma ecco che alla 47esima ora, di colpo, lo vedi montare e, appunto, lievitare, un’esplosione di vita batterica, quell’inconfondibile profumo acidulo che ricorda un po’ una birra fruttata.

Così, se la prospettiva del Porcellum bis o Ogm ti fa perdere ogni speranza, se le facce sono sempre quelle, e resistono a oltranza, e si fanno belle dei sondaggi favorevoli, se vedi che tutta la fatica che hai fatto sulle donne darà risultati scarsi o nulli, perché entreranno solo le cooptate, quelle che garantiscono di non cambiare di un millimetro le logiche, e anzi, di ubbidire al padre -o al fidanzato, o all’amante, comunque al capobastone- e anzi di essere superzelanti nel rispetto delle sue regole, e allora che ci restino gli uomini; se di rinnovamento non ne vogliono nemmeno sentire parlare, tanto che perfino Sergio Romano, che proprio un rivoluzionario non è, nel suo editoriale di oggi sul Corriere incoraggia i partiti a intraprendere azioni più decise, altrimenti c’è il rischio che gli outsider, gli innovatori certi -nel bene o nel male: leggi Grillo, e anche Renzi, che riempie lo spazio di un grillismo moderato– facciano l’en plein; se insomma il massimo in cui ti pare di poter sperare, mentre ti dissangui dal benzinaio, in posta o al supermercato, sia un timidissimo gattopardismo, be’, pensa alla 47esima ora della pasta madre, a quegli ultimi giorni prima delle urne, alla vitalità politica che potrebbe manifestarsi in un’esplosione “buona” come quella del lievito, al nuovo che potrebbe venire da dove meno te l’aspetti, all’improvviso, verde e lucente.

E ci pensino anche quelli che a questo possibile nuovo guardano con terrore.

 

Donne e Uomini, Politica Settembre 5, 2012

Desaparecide

Il manifesto dell’incontro di Paestum, disegnato da Pat Carra

Di nuovo sparite dalla scena politica.

Di tanto in tanto spunta Bindi, o dal’altra parte Santanché. Per il resto, deserto. Il dibattito sulla legge elettorale è un simpatico fra-uomini. Le primarie del csx sono un affare maschile, nessuna che abbia anche solo minacciato di buttarsi nell’agone, ma la vera notizia è che questo non pare costituire un problema per alcuna.

Fra qualche mese vedremo le liste: un po’ di donne dovranno pur mettercele, se non altro per ragioni cosmetiche. Qualche trattativa personale sarà già in corso. Soprattutto nel centrodestra, che ha il problema di riqualificare il parco-donne (operazione: far dimenticare Minetti). Carine, magari sì, ma stavolta con robusto curriculum. A sinistra, secondo il buzz sulle intenzioni, oltre alle riconferme, qualche interna che fa carriera, più qualche innesto glam, nel senso di donne riconoscibili dalle elettrici. Del famoso 50/50 al momento non si parla, Renzi promette una vicepremier, Grillo della questione non si cura, forse maggiori prospettive da un’eventuale lista dei sindaci arancione, che il 50/50 l’hanno già praticato più o meno tutti.

Quanto a Se Non Ora Quando, dopo la vicenda del Cda Rai (bruttarella), “dentro Tobagi, fuori Zanardo”, come ha scritto Lidia Ravera, siamo ancora in pausa estiva. Ma i lavori sul tema della rappresentanza, avviati in pompa magna a Milano, Palazzo Reale, si sono decisamente arenati. Un certo sfarinamento nei territori, la forza propulsiva del 13 febbraio che appare affievolita. Quasi certamente nessun protagonismo politico diretto (proprie liste, proprie candidate alle primarie): ancora non è chiaro in che modo Snoq intenda prendere parte alla costruzione della prossima legislatura.

Intanto si scaldano i motori per il convegno di Paestum “Primum Vivere anche nella crisi: La rivoluzione necessaria. La sfida femminista nel cuore della politica” (5-6-7 ottobre). Il tema dell‘efficacia decisamente al centro.

Politica Agosto 29, 2012

Allora meglio un Monti-bis

Assisto con disgusto, come voi tutti, al braccio di ferro sulla legge elettorale.

Se questo è lo stile -pensare prevalentemente ai c…i propri, ma proprio ai c..i propri soggettivi- e tenere inchiodato il Paese, com’è sempre successo su mille questioni, salvo poi chiamare l’Espertocrazia perché realizzi in 6 mesi e in modo necessariamente raffazzonato -vedi il decretone sulla salute- le riforme che attendono da decenni, se questa è la prova generale, be’ allora possiamo riporre ogni speranza.

Allora mi arrendo, allora meglio un Monti-bis, mi dico, e me lo dico per disperazione. Allora meglio un premier che goda in giro per il mondo di qualche credibilità: non possiamo fare a meno di questo, qui si propone per la premiership gente che non sa nemmeno spiaccicare due parole in inglese: perché anche per un cococo, per un cameriere che serve ai tavoli, per un tassista l’inglese è tassativo, ma per fare il premier a quanto pare è un optional. Ma un Monti affiancato da una squadra che svecchi la sua visione, la spinga fuori dai limiti dell’iperrealismo finanziario ed economicista, azzardi una diversa idea di crescita, faccia finalmente l’Italia. Una squadra con tanti giovani, e tante donne fedeli al proprio genere e al proprio buon senso.

Se si trovassero le mediazioni per concepire una simile Chimera, se si capisse come arrivarci salvando la democrazia, forse sarebbe la soluzione, almeno per il futuro prossimo. Non è più sopportabile da nessun* l’idea che si torni indietro, alle solite facce di sempre, al solito linguaggio, al solito fancazzismo, alle solite meline, alla solita corruzione, alle solite ruberie, alla solita incapacità politica, alla solita irresponsabilità, ai soliti privilegi, al solito monosex, al solito vecchiume, alla solita mancanza di visione, alla solita ignoranza delle cose, al solito egoismo.

No, davvero non è più sopportabile.

 

Aggiornamento, giovedì 30 agosto:

Ieri abbiamo assistito a un vero e proprio endorsement di Angela Merkel a Mario Monti. Concordato o meno, non so. Aveva il vago sapore di una minaccia: ovvero, ci fidiamo solo di lui, attenti a quello che fate. Sembra il preludio a una ricandidatura.

E’ strano che non si sia inteso il senso del mio post -come se sentissi che qualcosa era nell’aria, e infatti…-. Post scritto da una che non auspica affatto il Monti bis, ma sente che il clima sta montando in questa direzione. Soprattutto perché la gente non si fida dei partiti, è convinta che le cose, da male che vanno, potrebbero precipitare nell’assoluto peggio. E lo spettacolo offerto sul tema della legge elettorale dà drammaticamente ragione a questo timore.

Purtroppo sul fronte dei partiti, a parte la cavalcata di Renzi, non si vede nulla di nuovo. Qualcosa vedremo di sicuro nelle prossime settimane -anche non conoscere la soglia di sbarramento smorza ogni audacia-. Niente dalle donne –che delusione, Se Non Ora Mai Più-, nessun movimento da parte dei giovani, anche gli innovatori dei partiti esitano. Qualcosa vedremo di sicuro, la situazione è in costante movimento. Ma al momento, ribadisco: se la prospettiva è quell’angoscioso ritorno al passato -perché quegli stessi che non hanno fatto ciò che dovevano, ora miracolosamente dovrebbero farlo?- tanto vale che ci teniamo ancora per un po’ quello che abbiamo.

 

Politica Luglio 30, 2012

La risacca

 

Mentre ci rimbambiscono con il dibattito sulla legge elettorale (la settimana che si apre è decisiva, oggi si vedono gli sherpa, etc etc), il buzz politico sembra affievolirsi. E’ agosto, siamo stanchi, veniamo da una settimana di superspread, Ulisse ci ammazza, più i vari guai personali. Ma come hanno sempre saputo più di tutti i radicali, agosto è un mese cruciale per la politica italiana. Noi diventiamo corpi stolidi, preferibilmente immersi in acqua, schiantati per giorni sotto le paglie a mangiare parmigiana, l’unico buzz quello delle cicale. Loro si preparano alla riapertura decisiva di settembre, e al 2013 della svolta: in che direzione è la questione in oggetto.

Il moto civico sembra rallentare, tirarla in lungo con la legge elettorale è anche questo: sfiancare l’iniziativa, infiacchire ogni baldanza, intorpidire i riflessi, ingenerare confusione, spezzare le reni a chi si è fatto illusioni di cambiamento, lasciarti lì a bagnomaria finché non sarà troppo tardi per qualunque “altra” cosa. Più o meno passivamente prenderemo atto delle loro decisioni, l’energia del cambiamento sembra rallentare e rifluire come un’onda. Loro in questo confidano. Sembra che siamo tornati a quella che Giuseppe De Rita (lo cito spesso: la sua intelligenza delle cose per me è una festa) chiama la nostra “flemma”, anzi “un mix di flemma ben visibile e d’orgoglio ben nascosto”.

“La flemma ci viene da antiche propensioni: alla sdrammatizzazione dei toni; all’adattamento come scelta strategica; alla permanenza di uno scheletro contadino che sa come vivere le avversità; ed anche al fatalistico «non fasciarsi la testa prima di cadere ». Ma è anche una flemma che riposa sul fatto che dal ’45 in poi questo sistema ha superato prove di enorme gravità; ha sempre mostrato una eccezionale tenuta sia alle crisi interne sia a quelle esterne; ha coltivato il primato dell’economia reale nei comportamenti dei suoi tanti soggetti di sviluppo; ha potuto contare per decenni su una grande coesione (nella dinamica fra gruppi e classi sociali, nei territori, nel micro delle relazioni umane). E si capisce allora come la relativa sdrammatizzazione dell’attuale crisi non sia un eterno ritorno della rimozione da scetticismo, ma sia piuttosto un silenzioso orgoglio di non esser poi così male in arnese come altri amano descriverci”.

Il fatto è che questo nostro “orgoglio ben nascosto” spesso si manifesta tutto d’un colpo e tutto insieme. Loro lo tengano ben presente e non si fidino troppo dell’attuale risacca. Che potrebbe essere solo un momentaneo ritiro dell’onda prima della frustata definitiva.

Non è che abbiamo scherzato.

 

 

Donne e Uomini, Politica Luglio 17, 2012

Se Non Ora Quando: nessuna lista civica

Diversamente da quanto riportato da alcuni organi di stampa, Se Non Ora Quando (quanto meno, questo è l’orientamento del comitato promotore) non presenterà proprie liste civiche alle prossime elezioni (né proprie candidate alle primarie). Il che, naturalmente, non esclude che altre, singole o associazioni, pensino invece di farlo.

Il percorso in vista delle elezioni dovrebbe essere questo:

una supermobilitazione in autunno (modalità e date ancora da decidere) per sensibilizzare le donne sul tema della rappresentanza. Tema sul quale le italiane, inutile nascondersi dietro un dito, sono sempre state e restano molto tiepide. Mentre questioni come aborto e violenza -tristemente, i minimi vitali- coagulano interesse ed energie, la rappresentanza politica interessa solo una minoranza.

La mobilitazione potrebbe articolarsi in un’unica grande manifestazione nazionale o in più iniziative locali. La sfida è fare comprendere alle donne che senza una forte presenza femminile nelle istituzioni rappresentative, difficilmente i temi che stanno loro a cuore -dal macrotema lavoro-welfare ai temi “biopolitici”- diventeranno prioritari nelle agende.

Riportare la vita al primo posto, anche nella politica seconda: questo, a mio parere, è l’obiettivo che può unirci tutte, trasversalmente. L’altro obiettivo è il 50/50: non solo a livello di candidature, ma anche nelle squadre di governo. Su questo secondo obiettivo Snoq sembra piuttosto ferma: chiedere a tutti i partiti questo impegno, invitare a votare solo i partiti che promettono di mantenerlo.

Il resto -quali candidate, come sostenerle- è ancora in discussione, anche se l’orientamento sembra essere quello di non indicare formalmente dei nomi (informalmente è un altro conto).

Io la vedrei in questo modo: potrebbe essere utile che Snoq si ponesse come “agenzia” di consulenza, di informazione e di sostegno al desiderio di quelle che vorranno candidarsi, ancorché non “agenzia” esclusiva. E’ giusto che ognuna faccia riferimento ai suoi legami, alle sue relazioni politiche, ai suoi ambiti.

Potrebbe essere altresì utile che Snoq indicasse tra tutte le candidate, e in modo “soft”, per esempio con una lettera pubblica, quelle con un comprovato e non improvvisato legame con il movimento delle donne, che sui temi cari alle donne lavorano da tempo, e la cui storia testimonia un impegno costante che promette di continuare anche all’interno delle istituzioni rappresentative.

La -brutta- vicenda del CdA Rai ha avuto quanto meno il merito di evidenziare una forte doppia domanda da parte di moltissime: 1. che il merito, la competenza, l’autorità riconosciuta (vale per le donne quanto per gli uomini) contino sempre di più, e il familismo, le protezioni, le lobby maschili -donne di uomini- sempre di meno (vedi qui l’iniziativa Il rogo dei curricula) ; che quelle che vanno siano in legame efficace con il movimento delle donne, e che questo legame dia senso prioritario al loro impegno: in questo Paese machista è una priorità assoluta.

Stiamo a vedere.

Donne e Uomini, Politica Giugno 30, 2012

Donne! C’è da finire il lavoro!

No, io non mi arrendo. Non mollo, nemmeno a morire. Sono fatta così.

Il lavoro va finito. E il modo in cui si finisce questo lavoro –un lavoro di decenni, compresi i miei decenni- è uno solo: mandare tante, tantissime donne nei posti in cui vengono prese decisioni per le nostre città, per le nostre regioni, per il nostro Paese. Per la vita di tutti.

Occuparsi anche del resto, certo. Anche della violenza, anche dei femminicidi, anche dell’aborto: siamo tornate al Pleistocene dei diritti, a quanto pare. Ma non lasciamoci prendere dallo sconforto, sono solo brutali colpi di coda dell’Animale Morente.

Guai a dimenticare che questi diritti minimi, e anche qualcosina di più, sperabilmente, saranno consolidati e garantiti soltanto quando tante donne potranno decidere insieme agli uomini, che al momento continuano a decidere da soli per tutte e per tutti.

Siamo multitasking, congegnate per fare minimo dieci cose per volta, e tra le dieci cose ci sarà da fare anche questa: non mollare sulla rappresentanza, non mollare sulle primarie, sulle elezioni, sui rinnovi dei cda. Cominciare finalmente a fare dei nomi. Metterli in rete. E lavorarci con accanimento.

Ma il primo lavoro che c’è da fare è suscitare il desiderio di quelle che vorrebbero, che hanno le qualità necessarie, che si sentirebbero pronte ma da sole non osano autorizzarsi. Non aspettare che siano gli uomini ad autorizzare e a cooptare quelle che fanno comodo a loro. Incoraggiare chi è portata per questa o quella posizione.

Fare, insomma, precisamente il rovescio di ciò che troppo spesso le donne fanno con le altre donne: scoraggiarle, tagliare loro le gambe, interrompere il volo. Intravedere nell’altra quel desiderio che annaspa, non trovando parole per dirsi. E offrire a questo desiderio linguaggio ed energie.

Porsi in relazione e dire a lei: il tuo guadagno è anche il mio. Perciò desidera, combatti, arriva dove vuoi arrivare. Niente è più potente di quello che Alessandra Bocchetti chiama “il desiderio perfetto”. Ma il desiderio non può mai perfezionarsi se non risuona nel desiderio di un’altra.

Il resto –il come, il quando, i mezzi, gli strumenti- viene di conseguenza. La cosa principale resta questa: restituire campo e visuale a quello sguardo interrotto tra madre e figlia da cui si origina tutto. E che può tutto.

Donne e Uomini, Politica Giugno 27, 2012

Cercansi donne che vogliono fare politica

Essendomi veramente stufata di sentir dire da partiti, partitazzi, liste, listarelle e vari think tank maschili che candidano poche donne “perché non si trovano”, “non ci sono”, “non vogliono venire”, smentisco una volta per tutte e categoricamente.

Ci sono moltissime donne, io ne conosco, che desiderano entrare nelle istituzioni rappresentative. Molte meno, com’è ovvio, quelle che hanno voglia di prestarsi ancora una volta a fare carne da porcellum, con scarsissime probabilità di essere elette.

Ci sono anche donne che sarebbero bravissime nel fare politica, ma il cui desiderio va maieuticamente risvegliato, accompagnato, autorizzato.

Quindi costituirò qui con questo post una specie di agenzia a cui fare pervenire nomi e curricula di donne che vogliono essere candidate e possibilmente sostenute in liste di tutti i tipi.

Il primo, vero e grande requisito richiesto è l’amore per il mondo, cosa che nessun curriculum garantisce. Poi vengono le specifiche competenze, su cui sono fiduciosa, perché le donne sono molto brave e preparate e  sono sempre le prime dove si entra per concorso e non per cooptazione, come in magistratura,

L’altra cosa che mi piacerebbe è il desiderio di non essere cooptate da uomini, per poi dovere rispondere a loro di qualunque propria scelte, per poter invece fare liberamente riferimento alle altre, per trovare nelle altre la forza per poter andare a cambiare quella politica che NON funziona.

Ma la cosa più importante è sentirsi autorizzate nel proprio desiderio. Che non costituisca più la violazione di un tabù, qualcosa di cui vergognarsi, da dover nascondere, per timore della riprovazione -ahimè- soprattutto delle altre. Quanto meno di alcune. Le quali dovrebbero interrogarsi su quali sono i sentimenti e gli argomenti che le muovono a fare a pezzi la loro simile che desidera andare, anziché limitarsi a sostenerla, se la candidatura le convince, o a darle comunque dignità di avversaria politica, da combattere SOLO in quanto tale, se portatrice di temi e programmi diversi dai propri. Quali sono, in breve, le radici di queste pratiche autosessiste.

Insomma, vorrei che questo fosse una specie di porto franco, in cui il desiderio che una ha di andare a fare politica non solo possa liberamente manifestarsi, ma anche venire apprezzato e accolto con interesse e gratitudine.