Browsing Tag

corriere

ambiente, economics, esperienze, Politica Novembre 19, 2012

Siamo molto ma molto meglio dei nostri politici

Renato Guttuso, Contadini al lavoro

Prova del nove del fatto che il Paese reale è molto ma molto ma molto meglio della sua classe dirigente, il sondaggio pubblicato stamattina dal Corriere -e che, lo dico al direttore Ferruccio De Bortoli, io avrei sbattuto in prima, e non a pagina 21-: per 9 italiani su 10 arte, ambiente e agricoltura saranno il motore della nostra ripartenza, il cuore del modello italiano di sviluppo, la vera possibilità di crescere e creare occupazione.

Per più del 90 per cento degli intervistati questi settori “potrebbero rivelarsi fondamentali per la ripresa e invece sono ingiustamente trascurati“. Hanno ragione.

Questa mancanza di visione e di slancio costituisce il vero grande limite dell’esperienza Monti, troppo ripiegata sul qui e ora, su un iperrealismo finanziario senza prospettive, per salvaguardare interessi che non sono certo quelli della maggioranza dei cittadini, su un ragionierismo asfittico che non sta ci sta portando da nessuna parte.

Come diceva tanti anni fa Alexander Langer, il buon senso di un popolo vale ben più di qualunque espertocrazia: notazione perfetta per raccontare quello che capita oggi.

Sono anche commossa perché combatto per questa visione da tanto tempo, nel mio ultimo libro ne ho parlato diffusamente, e sono sicura che presto sarà il nostro mainstream.

A patto di mandare al governo una classe politica che sia non dico meglio, ma almeno all’altezza di noi cittadini, che sappia favorire processi già in atto: è questo il compito principale della politica.

Dobbiamo lottare tutt* per questo.

 

Politica Febbraio 20, 2011

AFFITTOPOLI: FANGO E SABBIA

Dunque, vediamo di fare un po’ di ordine.

Come molti enti pubblici, il Pio Albergo Trivulzio dispone di un patrimonio immobiliare da affittare. Noi milanesi abbiamo sempre saputo che gli affitti della “Baggina” sono destinati ai bisognosi. I criteri dell’assegnazione dovrebbero essere chiari e trasparenti: bando, asta eccetera. Se uno abita in una casa della Baggina avendone i requisiti, tutto a posto, e anzi, ne siamo lieti. Ci mancherebbe che quelle case rimanessero sfitte, con la fame di alloggi che c’è!

Ma dagli elenchi di affittuari che abbiamo visto, vi è invece motivo di ritenere che una parte dei locatari questi requisiti non li avesse affatto. Chiarire se questo corrisponde al vero, e come sono state assegnate queste case a canoni di favore è il minimo di trasparenza che si possa richiedere. Ed è giusto che chi ha sbagliato paghi, a cominciare dai vertici del Pat. Ma c’è anche un prezzo politico.

Chi ha a lungo rimandato questa operazione-trasparenza, ovvero la maggioranza di centrodestra, ne risponderà ai suoi elettori. Ma dovrà rispondere ai suoi elettori anche il candidato sindaco di centrosinistra Giuliano Pisapia, indirettamente implicato nella vicenda -la sua compagna Cinzia Sasso, come ormai saprete, è titolare di uno di questi affitti privilegiati- se non si affretterà a chiarire fino in fondo le cose. La sua posizione è politicamente delicata proprio in quanto candidato sindaco.

Com’è accertato, Cinzia Sasso ha ottenuto quella casa a canone di favore dall’allora sindaco Paolo Pillitteri e dal presidente dei Pat Mario Chiesa: ne aveva i requisiti? E quella casa non l’ha ancora lasciata, benché abbia assicurato di aver inviato una lettera di disdetta: quando? Prima che Pisapia si candidasse? dopo? o solo poco prima che la bomba di Affittopoli deflagrasse?

Le responsabilità di Pisapia, come abbiamo detto, non sono dirette. Ma sulla necessità di fare chiarezza la sua responsabilità è piena. Avrebbe dovuto essere lui stesso a raccontare trasparentemente e da subito queste cose. Invece non l’ha fatto, o quanto meno non l’ha fatto fino in fondo. Non ha parlato di Pillitteri e di Mario Chiesa. E non ha indicato la data della disdetta, particolare significativo.

E’ ancora in tempo per farlo. Lo deve alle migliaia di cittadini che lo hanno votato alle primarie, ai tantissimi che gli stanno dando entusiasticamente una mano nel lavoro di costruzione di un’alternativa politica –anche se tanti, scelleratamente, al supposto fango oppongono la sabbia: facciamo finta di niente, non rispondiamo alle “provocazioni” (????), tirèm innanz...-. Lo deve ai cittadini che stanno considerando di votarlo, ai partiti che lo sostengono (che al momento si sono ben guardati dall’esprimere solidarietà, ma prima o poi qualcosa, bene o male, dovranno pure dire). Lo deve alla sinistra, le cui chance rischiano di essere seriamente compromesse da questo increscioso incidente, ma ancora di più dagli omissis. Lo deve alla città.

Nessuna macchina del fango, dunque” conclude così il suo editoriale di oggi il vicedirettore del Corriere Giangiacomo Schiavi e nessuna criminalizzazione del candidato Pisapia. Se c’è stata leggerezza, però, lo dica. In questa operazione trasparenza, serve anche alla sinistra un po’ di sincerità”.

Come si potrà parlare di trasparenza e di giustizia sociale, come si potrà affrontare in campagna elettorale un tema sensibile come quello della casa se non si passa, anche dolorosamente, di qui? E oggi. Subito.

Donne e Uomini, Politica Febbraio 17, 2011

BIANCHE O NERE

L’altro giorno su Repubblica Adriano Sofri, commentando la mobilitazione del 13 febbraio, scrive: “Non avevo mai sentito tante buone ragioni per aderire a una manifestazione. E non avevo mai sentito pretesti così capziosi e vanesi per non aderire”. Detto da uno dei pochi commentatori attenti a quello che capita tra le donne mi ha veramente stupito. Gli faccio rispondere da un altro osservatore attento, forse più attento di lui, Alberto Leiss, che sul sito Donnealtri nota: “Esiste una cultura politica femminile e femminista molto ricca e varia, e che sarebbe l’ora da parte di chi fa politica e di chi scrive sui giornali di studiarla finalmente un po’, almeno con lo stesso interesse con cui si discute, che so, dell’”azionismo” di Eco e del “liberalismo” – si fa per dire – di Ostellino“.

Le donne non sono un soggetto monolitico, e le molte differenze tra loro non sono liquidabili (un po’ sprezzantemente, devo dire) come vanità e capziosità. Il “diritto alle sfumature” (chiamamolo orribilmente così) non è solo maschile. Che poi comprendere queste differenze non sia facile e richieda un certo impegno è un altro conto. Impegno che a noi donne, costrette a confrontarci con le “vanità e capziosità” della cultura e della politica maschile, è richiesto ogni giorno.

Si arrabbia anche la scrittrice Chiara Gamberale, che per aver portato tutta la ricchezza dei suoi distinguo intervenendo sul Corriere, si è ritrovata iscritta d’ufficio al partito del “no” alla manifestazione del 13 febbraio: “Non sono permesse sfumature del pensiero, in questo momento?”.

O bianche o nere, per il comodo degli uomini.