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barbara spinelli

Senza categoria Maggio 29, 2014

Post-Maalox: Grillo va a destra. La “rete” lo sa?

Beppe Grillo con Nigel Farage, leader di Ukip, partito anitieuropeo e nazionalista britannico

Il Maalox ha fatto effetto subito, e anziché intraprendere un’efficace autocritica, come richiesto in rete da molti attivisti del M5S, o addirittura dimettersi –tanti stanno chiedendo anche questo- due giorni dopo la mazzata elettorale Grillo ha preso un aereo per incontrare Nigel Farage, leader di Ukip, fortissimo Partito per l’Indipendenza del Regno Unito, e per ipotizzare future alleanze.

L’incontro è andato benone, Farage ha detto: “Se funziona, sarebbe magnifico vedere ingrossare le file dei cittadini al nostro fianco. Se riusciamo a trovare un accordo, potremmo divertirci a causare un sacco di guai a Bruxelles“. Beppe Grillo ha ribadito: “Siamo ribelli con una causa e combatteremo con il sorriso“. L’ipotesi è quella di un gruppo unitario al Parlamento Europeo.

Normalmente un leader, prima di intraprendere iniziative di questo rilievo politico, consulta gli organismi direttivi del suo partito. Nel M5S, che si dichiara un non-partito, direttivi non ce n’è: ci sono Grillo e Casaleggio, ci sono gli eletti (parlamentari, sindaci etc.) e poi c’è “la rete”.

Se la decisione non è maturata tra gli eletti (che su Farage sono spaccati), né con una consultazione in rete, è verosimile che Grillo e Casaleggio abbiano deciso tutto quanto da soli. E non è precisamente rassicurante che il consenso di più di 5 milioni di elettori costituisca un patrimonio esclusivo di due, che possono investirlo e disinvestirlo su chiunque o su qualunque cosa ritengano, scegliendo in assoluta libertà modi, tempi e contenuti delle intese.

L’Ukip di Farage nasce da una costola del Partito Conservatore. E’ una formazione antieuropea, nazionalista, xenofoba e di destra. Magari non tanto di destra quanto il Front National di Marine Le Pen –con cui né Farage né Grillo intendono allearsi- ma l’area è quella: destra liberale.

Quindi in Europa il M5S, che ha sempre rifiutato accordi politici a livello nazionale, intende dialogare con la destra. Decisione non da poco, assunta autocraticamente, senza consultare nessuno. Dobbiamo forse aspettarci che il M5S finisca per scindersi tra un’ala destra e un’ala sinistra?

P.S. Una domanda-corollario che riguarda la lista Tsipras: creando non pochi malumori tra i militanti, Barbara Spinelli, tra i fondatori della lista e neo-eletta al Parlamento Europeo (avrebbe dovuto dimettersi per lasciare posto al primo dei non eletti, ma per ora non lo ha fatto) ha più volte ribadito la sua intenzione di dialogare con i 5 Stelle. Anche con questi 5 Stelle, amici di Farage?

 

Politica Maggio 18, 2014

Oltre Hitler. Oltre ogni limite

 

Beppe Grillo ieri a Torino

Chi segue questo blog conosce la mia attenzione e il mio rispetto per i 5 Stelle e per i suoi elettori: digitate Grillo e M5S, i post sono qui da vedere, ad accompagnare la speranza che quel movimento notevolmente innovativo, a forte presenza femminile, con una decisa attenzione all’ambiente, intraprendesse prima o poi quella che ho chiamato “svolta gandhiana”, a cominciare da una maggiore mitezza nel linguaggio: il medium è il messaggio.

Le cose sono andate in tutt’altro modo: un’escalation incontenibile di violenza verbale, coprolalia, sessismo. Una regressione agli istinti più bassi. L’incapacità di fuoruscire dalla fase del “no”, malattia infantile del grillismo. Le censure, le epurazioni. La mistica -antidemocratica- della rete. Una misoginia senza freni. Fino alla piazza torinese di ieri, che a mio parere segna la svolta definitiva: in piazza Castello il M5S è politicamente morto o, al contrario, si è posizionato irreversibilmente e con successo tra i populismi fascistoidi e antidemocratici alla Le Pen. Ci toccherà aspettare una settimana per saperlo.

Un furente Beppe Grillo ha offerto alla piazza torinese il meglio del suo peggio. Non sono Hitler, sono oltre Hitler” (imbarazzando anche i suoi). “Bisogna ringraziarlo, Stalin… Schultz, vedi di andare affanculo“. “L’ebetino di Firenze è andato a dare due linguate a quel culone tedesco (Angela Merkel, ndr): citazione berlusconiana purissima, così come quel titillare il sentimento antitedesco. “Digos, Dia e Carabinieri sono con noi: le parole più gravi, di sapore golpistico, insieme alla promessa di processi sommari “contro i giornalisti, i politici e gli imprenditori che hanno rovinato questo Paese e alle ingiurie contro l’inno di Mameli. Oltre non si potrebbe, ma mai porre limiti all’Improvvidenza. Sentiremo il comizio conclusivo a Milano: se non è del tutto pazzo un po’ di freno a mano lo tirerà.

Di qui in ogni caso non si torna indietro, questo è certo: ieri Torino ha visto un nuovo Beppe Grillo, che dà ragione a chi fin dal principio ha paventato la sua pericolosità politica e la sua deriva fascistica. Di fronte a quell’one-man-show gni ipotesi di dialogo democratico decade. E stupisce molto che con sfortunato tempismo proprio due giorni fa in un’intervista a “Il Manifesto” la fondatrice della Lista Tsipras Barbara Spinelli, figlia di Altiero, padre fondatore dell’Europa, abbia aperto all’antieuropeista Grillo auspicando “un dia­logo con i 5 stelle e di deci­dere su punti spe­ci­fici poli­ti­che con­cor­date. Ci sono molte cose in comune… Ci sono molte posi­zioni di Grillo com­ple­ta­mente con­di­vi­si­bili, e fra l’altro simili se non iden­ti­che alle nostre. M5S potrebbe svol­gere un ruolo molto impor­tante”.

Grande, grandissima, enorme confusione sotto il cielo.