nonna e tata

nonna e tata

Quando si dice di continuo che siamo razzisti, mi pare che la cosa la si stia in qualche modo “chiamando”. Che si speri che le cose vadano al peggio, e non si capisce perché.

Non credo che il razzismo sia costitutivo del nostro carattere nazionale. Forse è anche perché siamo il paese dei campanili. Per uno di Orgosolo non c’è senegalese che uguagli per odiosità uno di Orani, per uno di Cinisello nessun marocchino può essere più molesto di uno di Sesto. Le cose le abbiamo sempre sistemate a palii e disfide, se Dio vuole, e forse il campanilismo è un buon presidio contro le degenerazioni razzistiche. E sarà anche perché siamo già un melting pot, e gli ultimi arrivi non possono che aggiungersi ai miscugli pregressi.

Per quel mi riguarda, poi, parlo per me e per la totalità delle mie amiche, con le donne di altri paesi mi trovo benissimo, sono curiosa di come la pensano, di come si vestono e di che cosa cucinano. Mi piace chiacchierare con loro, e quando ci chiacchiero mi rendo conto che i fondamentali che ci uniscono -il poter essere madri, in particolare- sono molto più forti delle differenze che ci dividono. Se lasciassero fare a noi, l’integrazione sarebbe bell’e che fatta. Molte di queste donne ci danno una gran mano, e noi la diamo a loro.

Quello che fa problema non è affatto la razza, ma la violenza di cui non pochi uomini di alcune altre culture sono portatori, l’idea che hanno dei rapporti tra i sessi, la miseria culturale e spirituale in cui ci trascinano: circostanze che ci fanno sentire ancora più minacciate -perché, certo, quello della violenza resta un problema fondamentalmente domestico- e meno libere. L’ennesimo triste capitolo della sex war, insomma. E naturalmente quello che fa problema sono i comportamenti criminali in senso lato: anche qui, quasi solo uomini. Questa è la verità, o più precisamente una parte considerevole della verità.

Chiamiamo le cose con il loro nome, allora. Razzismo non è la parola giusta. E’ qualcos’altro. Sempre che vogliamo capire, e andare avanti, e stare tutti meglio, “noi” e “loro”.

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