Può essere che io sbagli, fare di questi conti non è il mio mestiere, ma a meno di sorprese immagino che alle prossime elezioni l’astensionismo di sinistra si farà sentire. E si qualificherà in buona parte come un’astensione amara ma attiva, finalizzata ad accelerare un processo -quello di un ricambio radicale– che continua dolorosamente a segnare il passo.

Si tratta, per quei politici di sinistra che resistono caparbiamente sulle proprie rendite di posizione, di assumersi invece le proprie responsabilità di fronte a una situazione che si configura in questo modo: centrodestra trionfante, disfatta della sinistra, vuoto di opposizione; e nessuna conflittualità sociale di fronte alla più grossa crisi economica che i baby boomers abbiano mai conosciuto. Un silenzio sordo che non promette niente di buono, e che sembra preludere a esiti violenti e a risposte autoritarie.

E’ facile che mi sbagli, ma lo zeitgeist a me pare questo. E chiedo agli elettori di sinistra: sareste pronti ad astenervi?

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