Servizio Pubblico di Michele Santoro non sta andando come si sperava. Dal 12 per cento del debutto è sceso intorno al 5 per cento di share. Il sogno del terzo polo tv non si infrange, ma fa una certa fatica. Qualcosa andrà rivisto, a partire dallo zoccolo duro di un milione e something di telespettatori, audience comunque ragguardevole.

Gira voce di altri importanti organi di informazione che stanno registrando cali preoccupanti e repentini. La caduta del Cav. non fa male solo ai suoi amici, ma pure ai suoi nemici.

Venute meno le ragioni dell’antiberl. -non lo dico per intero, non si sa mai…-, crolla anche l’appeal di lo ha cavalcato per anni, per fede o per business. Comici che non sanno più su cosa performare -perfino Benigni da Fiorello è stato moscio-, giornali che non sanno più di che parlare, manifestanti che non sanno più contro chi manifestare, oppositori professionisti che non sanno più a chi opporsi.

Le avvisaglie c’erano già da qualche mese: già la scorsa estate un sondaggio Demetra verificava che la parola B. si piazzava bene tra quelle da archiviare, insieme a partiti, Padania,  stato, individuo e veline. Guardate le prime pagine dei giornali, che nominano il Cav. giusto lo stretto indispensabile.

Forse anche B. oggi non userebbe il brand B.

Si dovrebbe imparare a parlare “per”, e non solo “contro”. Parlare “contro” è una forma di resa al nemico. E quando cade lui, incespichi pure tu.

Riflettere attentamente su questo.

 

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •